IL CILIEGIO

Per Pasqua è mia abitudine andare a fotografare i ciliegi in fiore. Quest’anno la festa è tardiva e io anche, ho rischiato di perdere l’occasione, perchéa fioritura di questa pianta è effimera. L’albero si copre di fiori bianchi, bellissimi e vagamente profumati, ma bastano pochi giorni e il vento  di primavera, che comincia a nevicare petali e il ciliegio si ricopre di foglie, in breve si intravvedono i frutti che, in un paio di mesi saranno maturi, ma sarà un altro belvedere.

Di origine asiatica, è un albero spontaneo, che si è diffuso già in tempi remoti in tutta Europa. La sua coltivazione risale al IV secolo a. C. Il frutto, è una drupa secondo due varietà principali: dolce e acida. Gli impieghi sono molteplici e da non  dimenticare il legno di ciliegio che viene  impiegato per la fabbricazione di mobili, strumenti musicali e oggettistica.

Inoltre la sua resina profumata viene utilizzata nella preparazione della gomma americana.

Come spesso capita in natura, anche il ciliegio serve per curare svariati disturbi e, secondo i casi, si usano i fiori, i peduncoli dei frutti e i frutti stessi, che vanno essiccati all’ombra e conservati in scatole o barattoli con buona chiusura.

Vediamo ora le proprietà terapeutiche: è eccellente diuretico e sedativo delle vie urinarie. Stimola con successo la funzione dei reni e le insufficienze renali, utile nelle nefriti, nelle cistiti, negli stati edematosi e influisce beneficamente  anche su altre forme morbose come il reumatismo, l’artritismo e la gotta.

Si usa come decotto e  infuso (peduncoli), decotto di ciliegie (meglio se selvatiche) con il vino accompagnate con mele per ridare vigore all’organismo debilitato. Per uso esterno per curare la pelle irritata e la couperose (peduncoli). Con i noccioli si preparano sacchetti da scaldare nel forno per curarsi il torcicollo. Con a polpa dei frutti si possono  fare maschere di bellezza.

Curiosità: in Giappone l’albero di ciliegio era ed è importante.

Il frutto simboleggiava la missione dei samurai, ossia colui che accetta di versare il proprio sangue per giungere alla verità e all’onore; i samurai ornavano le loro spade (katana) con rametti di ciliegio fiorito. Il fiore che si chiama sakura, simbolo di purezza,  rispecchiava  il l’ideale cavalleresco del samurai: il bushido.

Ancora oggi in Giappone è in uso, nel giorno delle nozze, preparare un tè con i fiori di ciliegio da dare agli sposi come augurio di felicità.

Questa albero  è anche considerato magico e viene usato in molti preparati a questo scopo. Ad esempio, il peduncolo serve come strumento di purificazione; le ciliegie, per attirare l’amore sensuale; i noccioli dei frutti per  confezionare collane magiche; i fiori per l’amore puro e affetto incondizionato.

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