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ANDREA CAMILLERI A “PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI”: 86 ANNI DA INVIDIARE
12 Dic 2011 10:42
L’ingresso di Andrea Camilleri ha provocato l’immediata standing ovation dell’intera Sala Diamante, al Palazzo dei Congressi di Roma. Nei volti di ognuno era dipinto un sorriso, già prima che il Maestro siciliano cominciasse a parlare.
Durante l’incontro, Andrea Camilleri ha raccontato storie, ha divertito con il suo inconfondibile colore narrativo e ha spiegato il “backstage” dello scrittore, ovvero tutti quei momenti che portano alla stesura definitiva di un romanzo, di un libro in generale.
Una bella emozione immaginare Camilleri agli esordi: “Ho cominciato a scrivere con la matita copiativa. Poi sono passato alla Biro, perché già da giovane “amavo” la tecnologia”, ha detto, provocando l’ilarità della platea. Immaginarlo dietro una scrivania, con i suoi fogli bianchi, a impostare la struttura del libro, a definire le scene, i momenti di vuoto della storia, quelli, invece, intensi di avvenimenti.
E poi visualizzare la sua figura dietro una Olivetti, un profilo più consapevole perché più maturo, a scrivere a macchina tutte le sue bozze, a tirar via i fogli solo per un errore di battitura: “Odio gli errori di battitura, quando succede butto il foglio e lo riscrivo. Ma tanto un altro errore di battitura, in un altro rigo della pagina, mi costringerà a rifare l’operazione fino all’esaurimento!”.
E poi l’arrivo del computer: “Siamo rimasti a guardarci per molto tempo io e lui”. Altro momento di applausi e risate.
E quasi è dispiaciuto sapere che, dopo la stesura definitiva, dopo la prima stampa di un suo libro, Camilleri distrugga tutto il lavoro preparatorio: “Di sicuro non ci saranno tesi universitarie sulle possibili varianti dei miei romanzi!”. 86 anni e non sentirli, una fonte inesauribile di aneddoti, uno spirito invidiabile.
L’incontro, monitorato da Melania Mazzucco –figlia del famoso sceneggiatore Roberto Mazzucco-, ha preso la piega di un bellissimo racconto, uno di quelli che i nonni regalano ai nipoti mentre, seduti per terra, stanno ad ascoltare e qualche volta fanno una domanda.
Uscimmo soddisfatti, dopo un’ora e un quarto di piacevoli chiacchiere, con una nuova visione del lavoro dello scrittore e con orgoglio sempre crescente per quell’incredibile genio siciliano.
Camilleri uscì dopo qualche minuto. Per fumare la sua sigaretta.
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