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UNA BIRRA SOTTO L’ALBERO DI NATALE
19 Dic 2011 21:36
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, nel Nord Europa, ma in particolare in Belgio, si diffondono sugli scaffali dei supermercati e delle enoteche le cosiddette birre di Natale. Queste sono birre molto particolari, destinate oggi al consumo durante il periodo natalizio.
Originariamente le birre di Natale venivano chiamate birre d’ottobre, perché, come suggerisce il nome, venivano prodotte nel mese d’ottobre, ma dato che erano pronte per il consumo solo per la fine dell’anno, con il tempo vennero associate alle festività natalizie. Il legame con il Natale è, quindi, solamente successivo.
Il motivo per cui venivano create queste birre nasceva dall’impossibilità in passato per il mastro birraio di stoccare le materie prime dell’anno precedente. Per fare spazio nel magazzino, quindi, i mastri birrai facevano un’ultima birra con tutto il prodotto rimasto. Le birre così prodotte erano particolarmente ricche di materia, alcoliche, con un notevole residuo zuccherino e per lo più di colore scuro. L’utilizzo di tutti i malti rimasti faceva sì che raramente queste birre d’ottobre avessero una colorazione chiara. Ciò accadeva solo nei rari birrifici in cui si lavorava una sola tipologia di malto.
La produzione delle birre d’ottobre era sempre limitata e in genere non era destinata al commercio, bensì come regalo, spesso di Natale, ai propri dipendenti, agli amici o ai clienti più affezionati.
Se la nascita delle birre d’ottobre si fa risalire al XVII secolo, solo nel secondo Novecento queste birre troveranno un vero sbocco commerciale. Oggi, inoltre, grazie alla tecnologia che consente di regolare le temperature di fermentazione e della cantina, è possibile produrre questa birra tutto l’anno. L’abitudine ha fatto sì che queste birre vengano prodotte ancora oggi solo per il periodo natalizio. Alcune di queste, però, hanno avuto un tale successo, che si è deciso di produrle tutto l’anno.
Una birra di natale, oggi di largo consumo anche fuori dal paese d’origine e che in molti ignorano fosse nata proprio come birra di natale, è la Chimay Tappo Blu. I monaci dell’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont a Chimay, che producono birra dal 1863, crearono la Chimay Tappo Blu come birra di Natale, ma l’incredibile successo che ebbe, al punto da diventare il prodotto più importante prodotto da questa abbazia, spinse i monaci a rendere questa birra reperibile tutto l’anno, facendole perdere così il suo carattere natalizio.
Le birre di Natale hanno in comune la grande potenza alcolica, la ricchezza di aroma e il notevole residuo zuccherino che le qualifica in genere come birre abboccate. Oggi il colore, in passato per lo più mogano, tocca tutte le varietà conosciute della birra.
La particolare tendenza dolce di queste birre rende l’abbinamento più complesso di quanto si creda o di quanto la pubblicità voglia fare credere. Esse si possono dividere in due categorie: quelle spiccatamente dolci e quelle in cui la componente dolce è addomesticata da una maggiore presenza di luppolo e biossido di carbonio. La prime trovano un abbinamento solo con i dolci, le seconde, invece, sono più versatili e possono spaziare tra un abbinamento con formaggi, con secondi piatti in salse leggermente agrodolci, con le noci, ma anche con i sigari, in particolare quelli come il Toscano con una forte tendenza amara e ricchi di tannino.
In effetti, la tendenza dolce e la grande complessità di gusto di queste birre riesce a contrastare l’amaro del tannino del sigaro e a tenere il passo al forte gusto del sigaro Toscano. È importante, infatti, quando si vuole abbinare i sigari con gli alcolici, tenere conto della componente amara del tannino presente nel sigaro, che può essere più o meno accentuata, ma che è sempre presente e che si traduce come sensazione tattile in una forte sensazione di astringenza nella nostra bocca. Proprio questa componente tannica rende impossibile l’abbinamento, per esempio, con il vino rosso, ma anche con le birre Pilsner, le cui componenti amare e astringenti, il tannino dell’uva per il vino rosso e il tannino del luppolo per le Pilsner, rendono l’abbinamento massacrante per il palato. Le birre a tendenza dolce, in cui il luppolo si fa sentire molto poco, e i distillati, particolarmente morbidi proprio per la grande quantità di alcol che possiedono, ammorbidiscono l’amaro e l’astringenza che il sigaro lascia in bocca.
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