Un nuovo centro per migranti in un’area dell’ex Consorzio Asi. Il primo in Sicilia destinato in parte ai rimpatri celeri

E’ l’area dell’ex Consorzio Asi, trasferita nella proprietà del Comune di Modica e da questi data in comodato d’uso gratuito alla Prefettura di Ragusa, quella in cui sta sorgendo il nuovo centro. La procedura della installazione dei container abitativi con relativi servizi alla persona e dei collaudi è già ultimata. Si aspetta l’apertura che potrebbe arrivare già dalla prossima settimana. L’area in cui sorge il nuovo centro si estende su una superficie di 9.800 metri quadrati e l’atto deliberativo di consegna dell’area risale allo scorso mese di aprile. Da allora si è cominciato a mettere assieme i tasselli per realizzare questo nuovo centro in una provincia dove ci sono diverse strutture di accoglienza utilizzati per quella politica di integrazione tanto cara alla provincia iblea ed al comune di Pozzallo in particolare, in prima linea da anni nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione. Andranno ad essere ospitati circa 300 migranti.

Cosa prevede questo nuovo centro, una parte del quale destinato ai rimpatri celeri.

In applicazione del decreto Cutro, sono stati previsti 84 posti e comunque poco meno di 100 per le procedure accelerate alle frontiere per quei migranti che provengono dai Paesi sicuri secondo una lista aggiornata in tempo reale dal Ministero degli esteri. La procedura prevede che dopo lo sbarco i migranti non dovrebbero andare nei normali centri di accoglienza ma dovrebbero essere trasferiti nei nuovi centri dedicati. E’ qui che verrà comunicata la decisione delle commissioni per l’asilo. Qualora il caso dovesse essere positivo, il migrante andrà in un centro di accoglienza mentre in caso di respingimento verrà applicata la misura del rimpatrio.

“Pronti all’ospitalità ma chiediamo integrazione e sicurezza”, parla il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.

“Questo nuovo centro, che ha carattere temporaneo fino al 31 dicembre di quest’anno, è più vicino alla nostra città che a Modica, città in cui ricade l’area in cui è stato già insediato materialmente con le unità abitative mobili dotate di tutti i servizi – spiega Ammatuna – la nostra comunità, della quale si conosce l’alto senso dell’accoglienza, chiede al governo che vengano garantite tutte le forme di sicurezza che richiedono questi insediamenti. Quindi maggior numero di forze di polizia e progetti di integrazione che possano rendere tranquilla la permanenza di queste persone nel territorio. Come dicevo, un territorio che accoglie ma che vuole anche il migrante debba seguire un processo di integrazione capace di fare di questo nuovo centro il modello del nuovo sistema di accoglienza in Italia”

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