Trattenimenti migranti non convalidati, Cassazione e Sezioni unite per ultima parola

Cassazione a Sezioni unite per i ricorsi sui trattenimenti dei migranti non convalidati.

Uniformare le decisioni, e fornire risposte celeri per una problematica che “implica diritti fondamentali della persona umana”.  Così, con procedura d’urgenza, sui decreti di trattenimento dei migranti che provengono da paesi cosiddetti ‘sicuri’ e che fanno richiesta di protezione internazionale, si pronuncerà la Corte di Cassazione a Sezioni unite nella seduta pubblica del 30 gennaio 2024. 

E’la prima presidente delle Sezioni unite civili della Corte suprema di Cassazione, Margherita Cassano a notificare alle parti il provvedimento che richiama i dieci ricorsi presentati dal Ministero dell’Interno. Il 28 settembre scorso, il questore di Ragusa, Vincenzo Trombadore, aveva emesso i primi provvedimenti di trattenimento di migranti di origine tunisina presso il Centro di trattenimento di Modica, nel Ragusano seguendo il decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero dell’Economia e finanze del 14 febbraio del 2023.

Il 30 settembre, la giudice Iolanda Apostolico aveva non convalidato i primi trattenimenti – seguita poi da altri colleghi del Tribunale di Catania e di altri Tribunali italiani – perché in contrasto, per semplificare, con le norme europee e con la Costituzione italiana. Tra i motivi di non convalida anche le modalità della cosiddetta ‘fidejussione’ richiesta come ‘misura alternativa al trattenimento’.

L’affidamento della questione alla Sezioni unite deriva “dalla esigenza di fornire una risposta chiarificatrice a problemi interpretativi di particolare complessità” e che “implicano diritti fondamentali della persona umana” e al contempo “profili attinenti al buon funzionamento dell’attività amministrativa di gestione del flusso di migranti e dell’esame delle domande di protezione internazionale”. I due relatori ai quali sono stati assegnati cinque ricorsi ciascuno sono i consiglieri Francesco Terrusi e Antonio Scarpa.

La decisione deriva dal fatto che “i ricorsi sollevano una questione di massima di particolare importanza circa le condizioni che consentono il trattenimento alla frontiera del richiedente la protezione internazionale”. Per la Corte di Cassazione l’argomento deve essere trattato a sezioni unite, “considerato che si tratta di questione che, per un verso, presenta aspetti di novità nel panorama giurisprudenziale, anche per il rapporto tra fonti diverse e per il necessario confronto con le pronunce della Corte di Giustizia, e, per l’altro verso, è destinata a riproporsi in numerosi giudizi” ed è opportuna “una celere fissazione dei ricorsi” proprio per le implicazioni che i provvedimento in tema di garanzia di tutela dei diritti umani. 

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