SFIGMO E FONENDO

Proviamo a fare un po’ di chiarezza su quella norma del cosiddetto decreto Balduzzi che riguarda la Medicina Generale ed in particolare l’assistenza per 24 ore e 7 giorni su 7, che tanto fa discutere sia Noi Medici che i nostri pazienti.

Intanto, al di la degli slogan, i cambiamenti proposti non potranno avere effetti immediati in quanto occorrerà modificare la vigente Convenzione, che però per effetto della manovra economica del 2011, è bloccata fino al 2014.

Il provvedimento quindi assume le dimensioni di pungolo più che l’aspetto di una rivoluzione, al fine di arrivare a una assistenza territoriale più continua attraverso la messa a regime di quelle forme assistenziali già previste nella vigente convenzione e realizzate son a livello sperimentale in alcune realtà che si possono definire evolute.

Infatti già esistono nell’attuale Accordo Collettivo Nazionale sia le AFT (aggregazioni funzionali territoriali) che le UCCP (unità complesse di cure primarie); si differenziano nelle figure che vi operano in quanto nelle AFT vi dovranno operare Medici di Famiglia e Pediatri di libera scelta,Medici di Guardia Medica e della Medicina dei Servizi e Specialisti Ambulatoriali, mentre nelle UCCP oltre ai Medici suddetti vi dovranno essere operatori del Sociale ed altre figure Professionali oltre alla differenza che per le seconde si potrebbe prevedere un finanziamento a budget da parte delle locali ASP.

Ancora resta da dire che per attuare quanto previsto c’è il vincolo più importante e cioè che le Regioni e le ASP dovranno fare questa “rivoluzione” nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, il che dice tutto.

Per una realtà come la nostra Città, ad esempio, con 70.000 abitanti ci dovrebbero essere 3 AFT con in media 20.000/25.000 pazienti quindi con circa  14 Medici di Medicina Generale e 2 o 3 Pediatri di Base e con 5 Medici di Guardia per i turni notturni e festivi, che dovrebbero garantire il Servizio per la propria coorte di Cittadini /utenti. con una rete informatica a garantire quantomeno una conoscenza di base dei pazienti e delle loro patologie.

Appare chiara una prima realtà e cioè che ci vorranno delle strutture “mega” tipo grande distribuzione o quasi se si tiene conto che i contatti di un Medico Massimalista con cioè 1500 scelte,  per ogni giorno sono almeno cento e queste strutture devono garantire spazi adeguati ; resta la perplessità sul rischio che venga svuotato il territorio venendo meno la presenza capillare dei nostri studi in Città e la loro distribuzione ,che spesso è fonte di miglior servizio , specie per gli anziani e gli assistiti di “vicinato”. Credo che quindi il modello finale sarà quello di una sede unica, sempre aperta , dove turnarsi  e poi ciascuno manterrà il proprio Ambulatorio.

Dove fino ad ora la sperimentazione funziona sono per lo più realtà piccole o medio piccole , spesso utilizzando Ospedali dismessi da riconvertire e queste realtà hanno avuto un lungo lavorio di preparazione e organizzazione;Noi saremo vigili nella disponibilità ma nessuno pensi  di fare le nozze con i fichi secchi e di fare operazione di cosmesi con la disponibilità del nostro “fondoschiena”.

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