SFIGMO E FONENDO

Dal 16 Agosto scorso in osservanza alla “spending review” il Medico ha dovuto modificare le proprie abitudini prescrittive e mettere il principio attivo nella ricetta rossa, quella del SSR e non il nome del farmaco. Dopo qualche giorno di incertezza stiamo bene o male cominciando a rispettare tale ulteriore aggravio, anche in attesa che i nostri gestionali si adeguino in toto.
“La norma, dice il Ministro Balduzzi, recita che il Medico deve sempre indicare il principio attivo; se reputa che ci siano ragioni particolari per cui deve essere prescritto il farmaco cosiddetto di marca lo stesso deve apporre sulla ricetta una breve dichiarazione”.
Ho cercato fin da subito di adeguarmi alla norma ed ora anche il gestionale potrebbe essere stato aggiornato e però qualche caso particolare è già capitato di trovarlo; esistono ancora sacche residue di analfabetismo per cui diventa difficile la lettura e quindi la sostituzione della scatola ad esempio rossa abituale con quella di un’altro colore.
Ma a parte questi casi e pochi altri d’ora in poi i pazienti dovranno imparare gli a volte difficili nomi delle molecole e non quelli commerciali dei farmaci; io ho già deciso che prescriverò sempre il principio attivo, spiegando al paziente che toccherà poi a Lui, in Farmacia, scegliere ed indicare il farmaco “branded” piuttosto che il cosiddetto generico.
C’è da dire che già da prima la differenza tra il prezzo del generico e quello del farmaco di marca era a carico del Cittadino-utente, quindi in termini economici questa scelta non è parsa subito chiara e quale sarà il risultato speriamo che in seguito c’è lo facciano sapere; per ora c’è solo un’altra incombenza in più, un’ulteriore aggravio burocratico, ancora tempo da sprecare in compiti prettamente non Medici ma caratteristicamente amministrativi. Ma ci siamo abituati e da tanto tempo ormai; il nostro è da sempre un ruolo di prima linea, di trincea, di front-office ed inoltre siamo per dirla in dialetto “u muru vasciu”; la difesa del SSR, del suo significato universalistico, solidaristico e la sua accessibilità sono principi per Noi insostituibili e sono anche alla base del  sostentamento economico nostro e delle nostre famiglie. Quest’ultima considerazione la Politica la conosce bene, la sfrutta e ci ricatta; ma mi chiedo: dovesse crollare il sistema ci rimettiamo in sicurezza economica e tranquillità lavorativa solo Noi Medici di Famiglia? Siamo certi che tutti gli operatori Medici e Non del Sistema sarebbero tutti così bravi da trovare altre possibilità “occupazionali”? Ed allora distribuiamo a tutti i sacrifici che di norma non ci competerebbero.
Un’ultima considerazione per i pazienti: badate bene che non tutti i generici, per decreto e per norma, oltre che per garanzie, sono uguali tra di loro potendoci essere una “bioequivalenza ” tra un generico e il “branded” di più o meno il 20% e quindi tra un generico e l’altro potrebbe esistere ipoteticamente una differenza, in termini di bioequivalenza, del 40%. Se scegliete il generico quindi, se possibile, evitate “u cancia e scancia”.

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