SFIGMO E FONENDO

La Revisione delle spesa riguarda profondamente anche il Servizio Sanitario; la riduzione dei posti letto a 3,7 x 1000 abitanti ne trova in esubero 21.760 di cui 7204 nel pubblico; in Sicilia siamo già sotto questo standard, in quanto siamo a 3,3 pl x 1000 ab e ci mancano già 2076 posti letto che ovviamente non riavremo. Le Regioni che invece hanno posti letto in più sono quelle (Lombardia, Emilia, Veneto, Piemonte, ma anche Friuli, Liguria e Marche) che hanno una elevata “mobilità attiva” cioè sono quelle che, per la qualità del servizio offerto, sono le prescelte da chi per curarsi decide di andare fuori Regione cercando qualità migliore sia nelle cure che nell’assistenza. Per queste Regioni, virtuose ed in attivo proprio per la qualità del Servizio offerto, si può arrivare a 3,85 pl x 1000 ab e queste Regioni inoltre sono anche quelle che hanno un tasso di ospedalizzazione dei propri residenti minore dell’indice previsto di 160 ricoveri x 1000 ab.
In pratica le Regioni virtuose hanno più posti letto del previsto perchè da loro si ricoverano i pazienti provenienti dal Sud d’Italia, le cui Regioni  hanno meno posti  letto rispetto allo standard, ma tassi di ospedalizzazione molto alti sia dentro che soprattutto fuori Regione e questo alle Regioni Meridionali costa.
Questo è solo un esempio di come nel puzzle Sanità/Economia/Diritto alla Salute e alle Cure le difficoltà organizzative non siano poche; una ipotesi di lavoro che i tecnici hanno elaborato è quello delle Reti Territoriali Cliniche che dovrebbero o potrebbero evitare quei problemi che indeboliscono il sistema ospedaliero e cioè la frammentazione in piccole strutture ospedaliere con unità operative di minime dimensioni e polverizzate o ancor più spesso duplicate, senza una particolare specializzazione con una elevata conflittualità senza una vera razionalizzazione delle cosidette “linee di produzione”. Ed ancora l’inappropriatezza di molte prestazioni, l’uso del ricovero ordinario al posto di altre modalità ed altre idee ancora; il tutto però chiama sempre in causa la riorganizzazione del territorio per evitare di far mancare tout court servizi ai Cittadini e qui “cari u sceccu” perchè il termine “frammentazione della rete ospedaliera in piccoli ospedali” significa avere la capacità di chiudere e spostare le risorse sul Territorio o meglio sul Distretto, come preferisco.
Il tutto considerando che la spesa procapite in Italia è 2964$ mentre la Germania spende 4438$,la Francia 3974$,la Svizzera 5270$ e il Regno Unito 3433$ e a fronte di una delle spese più basse abbiamo un’aspettativa di vita di 82 anni (solo Giappone e Svizzera l’hanno più alta), una mortalità infantile x mille nati vivi tra le più basse al Mondo, tassi di mortalità x ictus e infarto del miocardio tra i più bassi in Europa; insomma come dice il Ceis, un istituto di ricerca Universitario, mancano serie evidenze di un tasso di inefficienza economica tali da giustificare riduzioni di spesa. Gli sprechi non mancano ma la lotta agli sprechi deve servire per  garantire investimenti capaci di ridurre le diseguaglianze tra Nord e Sud e per migliorare l’accesso ai servizi di un Servizio sanitario universalistico, accessibile a tutti e solidaristico.

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