SFIGMO E FONENDO

La crisi rimette tutto in discussione, anche il patto sociale che partiva dall’idea di Bismarck secondo cui lo Stato ideale doveva tutelare il cittadino dalla culla alla tomba, per cui si cerca l’altra via, quella del welfare aziendale, già percorsa in Gb, dove le imprese erogano prestazioni “non obbligatorie” per il 14% della spesa Sociale complessivamentre tale quota è pari al 7% in Germania, Svezia e Francia e solo l’1% in Italia. Negli Usa le principali Aziende della Silicon Valley attraggono cervelli fornendo loro assistenza Sanitaria e pensioni; in Italia ha cominciato Luxottica ma dalla Barilla a Telecom gli accordi Aziendali che offrono non solo buoni pasto, ma anche asili nido o assistenza ad anziani, assistenza medica o servizi culturali sono molteplici.

Luxottica anziché aumenti in busta paga consente ai propri dipendenti un carrello della spesa in punti vendita convenzionati di 110 euro, in seguito nel 2010 viene attivata l’assistenza sanitaria integrativa e poi i buoni scuola per i figli e le borse di studio per i più meritevoli, fino ad un monte ore di ferie o permessi non goduti ma accantonati per esigenze future di maternità o paternità o malattie lunghe.

In Luxottica nel 2010 sono stati stanziati 2,7 milioni di euro (nel 2009 furono 900.000) di cui 200.000 per i libri scolastici, 20.000 per le borse di studio, 600.000 per i carrelli della spesa e 1,3 milioni per la spesa sanitaria integrativa; non basta quindi la fantasia e la disponibilità delle Aziende ed anche dei Sindacati,ci vogliono bilanci solidi ed in attivo, ma chi ci dice che questi non si possano ottenere anche grazie a queste scelte di welfare.

L’Unione Industriali di Treviso ha fatto convenzioni con i fornitori di generi alimentari o di libri scolastici o ancora con impianti sportivi o servizi di trasporto o ancora con chi fornisce assistenza o previdenza integrativa; segno che evidentemente c’è chi giustamente pensa che nell’impresa non conta solo il valore per gli azionisti ma anche il capitale umano e la tranquillità del lavoratore è un valore da tutelare.

Il tutto utilizzando gli articoli 51 e 100 del Testo Unico delle imposte sui redditi che permette ai dipendenti di ottenere incentivi economici senza che questi cumulino con il reddito ed alle imprese di erogare questi finanziamenti senza alcun tipo di imposizioni.

Non solo grandi imprese ma anche imprese medio piccole a livello locale (Elettromeccanica Tironi di Modena) hanno fatto welfare aziendale facendo convenzioni con laboratori di analisi o ambulatori medici oltre al classico carrello della spesa; alla Geox hanno fatto convenzioni anche con ristoranti, palestre e centri estetici e il Comitato Etico che vaglia le iniziative ha come consulente Navarro-Valls, indimenticato Capo Ufficio Stampa di Papa Giovanni Paolo 2°.

Chissà a quando il Welfare Aziendale declinato alla rausana!!

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