SFIGMO E FONENDO

Il 45° rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese raccoglie il pessimismo degli Italiani sul Servizio Sanitario e sull’Assistenza Sociale cioè sul Sistema Welfare Italia. Quasi un Italiano su tre, uno su due se si considera il Sud, pensa che prestazioni e cure sono sensibilmente peggiorate negli ultimi anni in quanto tagli e sacrifici hanno ridotto la qualità e la quantità delle prestazioni assistenziali.

Il detto che chi spende meno spende meglio, abusato negli ultimi anni, ora ha fatto flop specie nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro, dove  la spesa reale in dieci anni è diminuita dello 0,6% mentre nelle altre è aumentata del 9%. I Cittadini delle Regioni del Sud valutano come inadeguati i servizi loro offerti dal Sistema in toto ove il 44,6% li ritiene peggiorati negli ultimi due anni e dove il timore maggiormente espresso  è quello che si accentuino le differenze tra le Regioni (42,6%) mentre il 35,2% dei soggetti ritiene che l’interferenza della politica danneggi in modo irreparabile la qualità della Sanità.

Il Servizio Sanitario è migliorato solo per l’11% dei Cittadini Italiani in toto (solo per il 5,3% nel Sud) ed in Sicilia la spesa Sanitaria Pubblica negli ultimi 5 anni, dal 2006 al 2010, è diminuita del 10,3% con una evidente contrazione dei Servizi e delle offerte e con il timore che non possano svilupparsi quelle modalità assistenziali, in primis l’assistenza domiciliare territoriale, che la cronicità legata all’invecchiamento della popolazione, rendono necessarie.

Anche il rapporto Oasi 2011 racconta analoghe realtà; la copertura pubblica sulla spesa farmaceutica è passata dal 74,4% del 2001 al 72,5% del 2011 e la Sicilia è la Regione dove la compartecipazione alla spesa da parte dei Cittadini è la più alta in assoluto (il 10,8%), più alta del Veneto (10,5%) e della Lombardia (10,2%).

Più in generale la spesa privata, quella fatta dai Cittadini per avere prestazioni sanitarie, è aumentata del triplo rispetto al 2009 e rispetto a quella pubblica (+ 2,8% rispetto a +0,9%) proprio per le politiche di contenimento che se portano ad un risparmio di spesa pubblica, determinano un incremento della spesa dei Cittadini e delle proprie famiglie.

La maggior parte della spesa pubblica riguarda l’assistenza ospedaliera; quella erogata in strutture pubbliche è pari al 44% mentre quella erogata in strutture private accreditate è pari all’8% con un totale di spesa per l’assistenza ospedaliera (pubblica + privata) pari al 52%; quindi lo switch dall’ospedale al territorio rimane sempre un miraggio e questo è forse il motivo di fondo su cui riflettere quando si affrontano alcuni temi cari alla pubblica opinione e ai mass media quali il sovraffollamento dei PS e le dinamiche che lo causano. Risulta evidente a tutti la sofferenza del welfare socio-sanitario e quindi la contrazione dei diritti ed è quindi non più prorogabile lo studio e la ricerca di nuovi modelli di assistenza.

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