SFIGMO E FONENDO

L’ECG (elettrocardiogramma) rappresenta graficamente l’attività elettrica del cuore sfruttando un particolare galvanometro chiamato elettrocardiografo. La registrazione permette al Medico di acquisire importanti informazioni sull’attività elettrica del Cuore e dati fondamentali per la diagnosi di patologie Cardiache. Ma in cosa consiste l’attività elettrica del Cuore?

La contrazione ed il rilasciamento del muscolo “cuore” è dovute alle sue particolari fibre muscolari che hanno alcune caratteristiche specifiche: automatismo, eccitabilità, conduttività e refrattarietà. Tali caratteristiche permettono la formazione dell’impulso elettrico, la sua propagazione e la sua conduzione.

Le cellule cardiache, come tutte quelle del nostro organismo, hanno una membrana che separa l’ambiente intracellulare da quello extracellulare; tale membrana è attraversata da “canali” attraverso cui passano ioni (sodio, potassio, cloro e calcio). Quando la cellula cardiaca si attiva i canali “ionici” si aprono, passano gli ioni e si genera un flusso di cariche per cui i due ambienti separati dalla membrana invertono il loro “potenziale”, cioè la loro polarità elettrica  e l’ecg rappresenta appunto graficamente l’eccitabilità delle cellule cardiache, le quali trasmettono tra di loro gli impulsi elettrici grazie al “sincizio” cioè ad un particolare tipo di giunzione che unisce le due cellule.

Quindi il Cuore è un generatore di elettricità per cui le cellule eccitate diventano elettricamente diverse da quelle non eccitate, si genera una corrente che arriva fino alla cute e può essere captata dallo elettrocardiografo tramite gli elettrodi posti sulla superficie corporea; gli elettrodi misurano le variazioni di campo elettrico e poi queste misurazioni vengono tradotte nel grafico che diventa il classico ecg.

Nelle ecg ci sono onde positive (P, R, T) che vanno verso l’alto rispetto alla linea isoelettrica, retta e continua, ed onde negative (Q, S) dirette verso il basso; si identificano così tre intervalli (tratti) tra le onde e cioè PR, QRS e ST.

L’onda P rappresenta l’attivazione degli atri che sono le camere “superiori” del cuore, il tratto PQ corrisponde al passaggio dell’impulso dagli atri ai ventricoli (le camere “inferiori” del cuore) mentre le onde Q, R ed S corrispondono alla contrazione dei ventricoli; l’onda T rappresenta insieme al tratto ST il ritorno delle cellule miocardiche allo stato di riposo. Infine l’intervallo PR misura la conduzione dello stimolo tra atri e ventricoli, mentre il complesso QRS rappresenta l’attività ventricolare in toto.

Quali dati fornisce al Medico l’ecg? E’ possibile valutare la frequenza cardiaca, la presenza o meno di irregolarità o alterazioni del ritmo cardiaco, l’esistenza di “ipertrofia” cioè di ingrandimenti del cuore in toto od in parte ed è possibile capire se c’è stata una “ischemia” cioè un infarto. Quindi l’ecg diagnostica le aritmie cardiache, i disturbi della conduzione e le malattia ischemiche e insieme ad esami del sangue o ad altri accertamenti è un presidio diagnostico irrinunciabile nelle mani dello specialista.

Per i patiti della storia il termine “elettrocardiogramma” si deve al Fisiologo Olandese Willem Einthoven negli ultimi anni dell’Ottocento.

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