SFIGMO E FONENDO

Il tumore della prostata provoca 9 mila decessi l’anno, 33 mila nuovi casi all’anno di cui il 20% con diagnosi già allo stadio di metastasi; colpisce maggiormente gli uomini sopra i 50 anni d’età ma secondo il Prof Dimitri, Presidente della World Foundation of Urology, un’alimentazione corretta può in molti casi prevenire l’insorgenza della patologia. Nei Paesi Asiatici, dove la dieta è molto ricca di verdure, ortaggi e proteine della soia e povera di grassi e proteine animali si registra una bassa incidenza di tale patologia.

Alla base della prevenzione la Visita Urologica con l’esplorazione digito-rettale, mediante la quale il Medico esamina la ghiandola prostatica inserendo un dito nel retto del paziente; dopo la visita si può richiedere un PSA cioè un esame del sangue per misurare questa proteina che è prodotta dalla prostata e i cui livelli elevati possono indicare (dico possono perchè ci sono molti falsi positivi) una patologia prostatica. L’esame del PSA va eseguito dopo 15-20 giorni da una esplorazione rettale e se i valori sono elevati e la visita lo indica si procede con l’ecografia x via transrettale ed una eventuale biopsia della prostata; la visita urologica, dice Dimitri andrebbe eseguita dopo i 45 anni con la misurazione del PSA e dopo i 40 anni per chi ha una familiarità per tale tumore. Debbo dire che però non c’è unanimità di vedute su tale metodica di screening.

La genetica ma soprattutto l’alimentazione giocano un ruolo molto importante nell’insorgenza di tale patologia; una dieta ricca di frutta e verdura, con cereali integrali e fibre è di gran lunga consigliata. E’ necessario evitare i grassi animali, gli zuccheri e le farine; nella dieta sono indicati la soia, il the verde (che ha proprietà antiossidanti e antitumorali riconosciute) il melograno (il nostro ranatu) il cui succo fermentato blocca il rifornimento di ossigeno alle cellule tumorali e l’aglio (pare che con 10 grammi al giorno si riduce il rischio del 50% di avere un tumore alla prostata, peccato per chi gli sta vicino però).

Secondo Dimitri sotto i 70 anni c’è l’indicazione alla prostatectomia radicale (ma ripeto su questo la discussione tra gli esperti è sempre in essere) con le complicanze più temute cioè difficoltà nell’erezione e incontinenza che sembrano influenzate e di molto dalla capacità dell’operatore mentre oltre i 70 anni c’è la netta indicazione alla terapia medica ormonale, che è capace di mantenere la stessa sopravvivenza della chirurgia.

Per chi volesse saperne di più www.prevenzionetumoreprostata.it tramite il quale l’organismo del Prof. Dimitri svolge attività di prevenzione per informare senza spaventare.

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