SFIGMO E FONENDO

Alcune brevi:

1) Circa il 40% degli esami radiologici che si effettuano in Italia sono inutili; lo afferma il Dr. C. Bibbolino, Vice Segretario Nazionale del Sindacato Radiologi aggiungendo che l’inutilità non sta tanto nel problema delle radiazioni ma quanto nella scoperta di non patologie.

I Radiologi fanno riferimento ad esempio alla patologia artrosica, degenerativa, tipica della vecchiaia, che gioco forza si riscontra in accertamenti che spesso nulla hanno a che vedere con lo stato di salute del paziente.

Rilancia il Presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, Dr. A. Rotondo, che sostiene la tesi di invertire il problema cioè porre il quesito diagnostico al Radiologo e non la richiesta dell’indagine, in quanto spetterebbe agli stessi Radiologi discernere quale tipologia di esame fare e quale è inutile.

L’idea non è da scartare, ci si dovrebbe lavorare.

2) “Cominciare a vedere la Sanità non solo come un costo ma come un motore di crescita economica è una cosa che questo paese deve fare” ha dichiarato Vasco Errani ,Presidente della Regione Emilia-Romagna; in particolare “la ricerca in Sanità oltre che essere un valore per competenza e qualità dell’assistenza è anche un grande valore economico… le scienze della vita sono un settore strategico per i prossimi anni”. Ancora Errani che ricorda “è difficile far passare un ragionamento del genere di fronte a ragionamenti solamente economicistici, ma non si può ragionare di crisi solo in termini di conservazione. Serve una politica industriale che questo paese non ha e per noi il sistema sanitario pubblico, universale, è non solo un valore irrinunciabile, ma anche un grande valore economico”.

Finalmente e proviamo a sperare, chi lavora in Sanità, a non sentirsi solo un “peso” come vuole far passare qualcuno.

3) Sentenza Cassazione Sez. IV Penale,8254-11 del 3/3/11: “Come è noto, i principi fondamentali che regolano, nella vigente legislazione, l’esercizio della Professione Medica, richiamano da un lato il diritto fondamentale dell’ammalato di essere curato ed anche rispettato come persona, dall’altro i principi dell’autonomia e della responsabilità del Medico, che di quel diritto si pone quale garante, nelle sue scelte professionali… Nel praticare la professione Medica, dunque il Medico deve, con scienza e coscienza, perseguire un unico fine: la cura del malato utilizzando i presidi diagnostici e terapeutici di cui al tempo dispone la scienza medica, senza farsi condizionare da esigenze di diversa natura, da disposizioni, considerazioni, valutazioni, direttive che non siano pertinenti rispetto ai compiti affidatagli dalla legge ed alle conseguenti relative responsabilità… A nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute,nè di diramare direttive che, nel rispetto della prima, pongano in secondo piano le esigenze dell’ammalato… il Medico, che risponde anche ad un preciso codice Deontologico, che ha in maniera più diretta e personale il dovere di anteporre la salute del malato a qualsiasi altra diversa esigenza e che si pone, rispetto a questo, in una chiara posizione di garanzia, non è tenuto al rispetto di quelle direttive, laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non può andare esente da colpa ove se ne lasci condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria professionalità e la propria missione a livello ragionieristico”.

Chissà se ne sono a conoscenza all’Assessorato Regionale!!!

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