SFIGMO E FONENDO

Firmato il decreto che stabilisce l’obbligo di risparmiare sulla prescrizione dei farmaci da parte dei Medici di Famiglia nella nostra Regione. Il Ministero della salute ha imposto una diminuzione della spesa farmaceutica di oltre 100 Milioni di Euro per passare dal 13,1% all’ 11,3% della Spesa sanitaria Regionale causata dai farmaci; il risparmio- taglio riguarderà sia i Medici di Medicina Generale (cioè i Medici di famiglia)che dovranno risparmiare per 53 milioni di euro sulle prescrizioni farmaceutiche che gli ospedali che dovranno ridurre il consumo dei farmaci per  50 milioni di Euro. La somma pro-capite dovrebbe scendere dai 180 euro/anno per cittadino Siciliano ai 150 euro/anno ed in particolare verranno monitorati alcune tipologie di farmaci tra i quali ,come si legge dalla stampa perchè mentre scrivo il Decreto è stato sì firmato ma non pubblicato, i mucolitici, i farmaci per l’esofagite/gastrite/ ulcera meglio conosciuti o detti dai pazienti come i “coprenti” per lo stomaco,quelli per il colesterolo e il diabete,gli antibiotici e quelli per la cura dell’osteoporosi e dell’ipertensione. Ad ognuno di Noi Medici di famiglia verrà assegnata una spesa target mensile superata la quale potremmo anche essere sanzionati,così come sanzionati potrebbero essere gli Ospedali e c’è da capire come la sanzione del singolo Medico si possa  assimilare alla sanzione per l’Ospedale.

Questa la notizia; Martin McKee della London School of Hygiene dice su Lancet (una delle riviste scientifiche più prestigiosa soprannominata la “Bibbia” ) “le misure di austerità non hanno risolto i problemi economici ed hanno creato gravi problemi sanitari” mentre Hans Kluge dell’Ufficio Europeo dell’OMS dice “no alle riforme troppo radicali in quanto in ogni sistema sanitario è possibile individuare risparmi che non intacchino la salute dei Cittadini”.

Nello specifico potremmo ad esempio notare che i mucolitici, in genere sciroppi o bustine per “sciogliere” il muco, sono farmaci di fascia C a totale carico del Cittadino quindi non se capisce l’inserimento a meno che non si faccia riferimento  a qualche farmaco ospedaliero in genere usato (Mesna ad esempio) nelle neonatologie per i prematuri che non hanno ancora sviluppato l’albero respiratorio (ma “non ci posso credere” come dice un famoso comico). Certo si esagera con i farmaci “coprenti” che andrebbero usati solo quando si usano a lungo e in cronico farmaci antinfiammatori o aspirina od ancora anticoagulanti ed antiaggreganti cioè farmaci che “fluidificano” il sangue per i cardiopatici e i vasculopatici e non trovano per nulla indicazione per gli antibiotici o altro e neanche per consentirci “luculliane” libagioni con scacce, mpanate o turciniuna. Non credo si possa esagerare con i farmaci per il diabete nè tanto meno con quelli per l’ipertensione atteso che oltre il 70% degli ipertesi pare non sia a “target” cioè non ha i giusti valori pressori nè penso,soprattutto alla luce dei notevoli ritocchi di prezzo introdotti dalla presenza nel mercato dei “generici”, sia esagerata la spesa per i farmaci per il colesterolo. A meno che tutto quello che si è detto e fatto in tema di prevenzione delle malattie cardiovascolari non sia stato sbagliato.

Anche l’uso degli antibiotici,a vedere alcune statistiche,è diminuito di quasi il 5%,mentre sui farmaci per l’osteoporosi non si capisce se è vero che questa patologia sia la cosiddetta “epidemia silenziosa” oppure non necessita dell’attenzione che i media e gli opinion leader ad essa tributano.

E’ chiaro che gli stili di vita vanno modificati e indirizzati verso una maggiore attenzione alla prevenzione, ma è anche chiaro che a volte la razionalizzazione sembra più un razionamento e che ci potrebbero essere scelte economiche più vantaggiose ma che necessiterebbero di maggior coraggio nelle scelte delle politiche sanitarie. Noi ,come sempre, dalla nostra “trincea” che occupiamo e da cui lottiamo con i nostri pazienti faremo la nostra parte, ma questa volta non potremo più essere lasciati soli e chi ha l’obbligo politico-istituzionale di decidere lo deve fare senza mortificare solo una parte e senza inficiare il dettato costituzionale del diritto alla salute.

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