SFIGMO E FONENDO

E’ noto che salute e benessere di una popolazione dipendono anche dalla qualità dell’ambiente in cui viviamo,  così come sono noti i rapporti tra fattori di rischio ambientali (chimici, fisici e microbiologici) e l’insorgenza di patologie anche gravi in specie per bambini, donne gravide e persone socialmente svantaggiate.

Il Centro “Salute e Ambiente” dell’OMS da tempo collabora con i Ministeri competenti e l’Istituto Superiore di Sanità per l’elaborazione di processi integrati che studino l’esposizione delle persone all’ambiente, la mobilità degli inquinanti e la presenza di miscele di inquinanti; l’impatto negativo sulla salute dei fattori ambientali è comunque anche legato ad altri fattori intrinseci all’individuo che si ammala e cioè la predisposizione genetica,lo stile di vita, i fattori socioeconomici e culturali oltre che al clima e all’ubicazione geografica .

Con la Declaration di Parma, esito della Quinta Conferenza Interministeriale “Ambiente e Salute” di Parma tenutasi nel 2010, i governi (53 Paesi dell’area geografica Europea dell’OMS) hanno deciso di realizzare programmi Nazionali che offrano entro il 2020 a ciascun bambino la possibilità di accedere ad acqua ed igiene sicure, ad opportunità di dieta adeguata o corretta attività fisica, ad una migliore qualità di aria e ad un ambiente libero da inquinanti.

Nei rifiuti possono essere presenti molteplici sostanze ma occorre conoscere la tracciabilità e la informazioni relativi agli stessi, differenziando tra rifiuti solidi urbani e rifiuti pericolosi dopo aver differenziato tra rifiuti smaltiti a norma e quelli gestiti in maniera illegale. Nel rifiuto urbano generato nelle normali attività domestiche la presenza di sostanze pericolose è a livello di tracce se non nulla mentre nel rifiuto speciale di origine industriale molto dipende dall’attività che lo genera; pur tuttavia nell’immaginario collettivo spesso il problema e i timori vengono generalizzati , senza  differenziare se si tratta di rifiuti a norma di legge o no od ancora di rifiuti smaltiti ad esempio con inceneritori di nuova o di vecchia generazione pur sapendo, ad esempio,  che gli impianti di nuova generazione abbattono gli inquinanti, anche la diossina e i furani , di parecchi ordini di grandezza. Questo spesso rende irrazionale la gestione del “problema ” rifiuti sulla base di certe evidenze scientifiche.

L’esposizione ai rifiuti non è, in generale, di tipo diretto ma è di tipo indiretto essendo ascrivibile al rilascio in aria,in acqua o nel suolo di sostanze più o meno pericolose, la cui pericolosità dipende per lo più dal tipo di rifiuto ( civile o industriale);l’incertezza dei rapporti tra salute e rifiuti quindi, pur tenendo conto che si tende ad adottare criteri cautelativi, è legata alla carenza di informazioni sulla composizione dei rifiuti,sulle caratteristiche delle discariche e dei siti di stoccaggio, sulla disomogeneità della distribuzione nel territorio, sulle dimensioni delle popolazioni esposte, sulle modalità di diffusione delle emissioni in atmosfera e dei rilasci nel suolo e su altre forme di pressione sull’ambiente.

Come si può intuire la tematica è seriamente complessa ma non di meno necessita di studi approfonditi e scientificamente corretti, che necessita di più “testa” e meno “pancia”.

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