Scicli accoglie il giornalista Maurizio Crosetti

“Non ho voluto scrivere un libro di sport. Bensì la storia di un uomo, con i suoi successi, i suoi sentimenti. Ho descritto l’epoca in cui è vissuto”.

Maurizio Crosetti, firma brillante della pagina sportiva del quotidiano “La Repubblica”, si è espresso così presentando per “Libri sotto un cielo di stelle” in Via Mormina Penna a Scicli, “Il suo nome è Fausto Coppi”. Un’opera di recente pubblicazione a cento anni dalla nascita di uno dei più grandi campioni di ciclismo di tutti i tempi.

A conversare con Crosetti, Marisa Fumagalli giornalista storica di costume e società del “Corriere della Sera” e il direttore di “Video Regione”, Salvatore Cannata.

In un ambiente da talk show (salottino d’antan, luci soffuse con un pianista che ha intrattenuto il pubblico con delicate melodie e accompagnato Maurizio Crosetti nelle letture di alcuni brani del testo) Marco Sammito, direttore artistico dell’evento, aprendo la serata ha dedicato un sintetico ma significativo medaglione ad Andrea Camilleri, scomparso il 17 luglio scorso riconoscendogli il merito di avere sdoganato, con le sue opere sul commissario Salvo Montalbano, il dialetto siciliano rendendolo comprensibile al resto del Paese e per avere raccontato la Sicilia, come nessuno aveva fatto prima, liberandola dalle catene di un’immagine fatta di violenza, di episodi cruenti che non appartengono alla cultura e alla tradizione di quella parte di isola che passa sotto il nome di Vigata.

La storia di Fausto Coppi comprende un arco di tempo non lunghissimo fatto però di tante vittorie, per un talento etichettato come “il campionissimo” o “l’airone” che a soli venti anni vinse il primo dei suoi cinque giri d’Italia, intervallati dalla conquista di due Tour De France, di tre Milano – Sanremo, di cinque giri di Lombardia. Campione del mondo su strada e dei professionisti (1953) e detentore per quattordici anni del titolo di velocità su pista conquistato al velodromo Vigorelli di Milano il 7 novembre del 1942, la vita Coppi non fu tutta rosa e fiori. Alcuni avvenimenti segnarono la sua vita non offuscando il suo talento: la perdita di una sorella e di un fratello, Serse, anche lui ciclista morto a 28 anni a causa di una rovinosa caduta nel giro di Piemonte, i fatti di cronaca che caratterizzarono il suo rapporto con la “Dama Bianca”, al secolo Giulia Occhini, un rapporto adulterino (entrambi erano coniugati e Coppi aveva già avuto una figlia, Marisa, da Bruna Ciampolini nel 1947 e dalla quale si separò consensualmente) non solo vietato dalla morale (si mise contro la pubblica opinione e la stessa Chiesa) ma anche dal codice penale.

Entrambi furono condannati in un processo intentato sulla scorta di una denuncia presentata da Enrico Locatelli, marito della Occhini, ma beneficiarono della condizione sospensiva della pena. Con Giulia Occhini, sposata poi in Messico (matrimonio mai riconosciuto in Italia) Coppi ebbe un figlio Faustino, nato a Buenos Aires nel 1955.

Tanti i personaggi, alcuni veramente unici e originali, che ruotano attorno al campionissimo.

Valga per tutti il suo massaggiatore e confidente, Biagio Cavanna, cieco che aveva però nelle mani poteri taumaturgici leggendo lo stato delle condizioni fisiche con un semplice massaggio. E poi ancora la sfida epica con Gino Bartali, altro campione indiscusso del pedale, che divise l’Italia della bicicletta in opposte tifoserie. La presenza ella madre Angiolina Boveri, donna forte che come ha detto Crosetti, accompagnò il marito e tre figli alla tomba; visse di ricordi e poi neanche più di quelli diventando lei stessa emblema di una memoria.

Fausto Coppi morì all’Ospedale di Tortona alle 8,45 del 2 gennaio del 1960 per avere contratto la malaria, non curata, rimediata a causa di un attacco di zanzare nell’albergo in cui soggiornava in occasione di un criterium svoltosi a Ouagadougou nell’Alto Volta, oggi Burkina Faso.

“Il suo nome è Fausto Coppi” è un libro intenso, carico di umanità e di senso della vita, spiegato con le imprese del ciclista più famoso e vincente di un’epoca d’oro del ciclismo di tutti i tempi.

Prossimo appuntamento con “Libri sotto un cielo di stelle” mercoledì 7 agosto p.v. con la scrittrice Nadia Terranova e il suo “Addio fantasmi”, finalista Premio Strega 2019 che converserà con Peppe Pitrolo.

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