PRIVA DI FONDAMENTO LA NOTIZIA SUL RITARDO NELL’ATTIVAZIONE SUAP

Continua la pratica dell’informazione scorretta, facilmente segnalabile specie quando è possibile indovinarne le fonti.

La notizia, data ieri con grande clamore, che vi sarebbero gravi ritardi nell’attivazione della SUAP (Speciale Unità di Accoglienza Permanente) e dunque nell’assistenza ai malati comatosi, è completamente priva di fondamento.

La struttura sanitaria dedicata, la SUAP appunto, di 6 posti letto, è in funzione a pieno regime dal 30 giugno scorso. Attualmente ospita 5 pazienti mentre un sesto è in arrivo da un ospedale del nord.

Il protocollo d’intesa di cui si parla nell’articolo di giovedì è attualmente allo studio da parte degli organi competenti dell’Assessorato: lo stesso riguarda la possibilità di consentire la partecipazione dell’Associazione “Centro Risvegli” al Comitato Scientifico che  dovrebbe sovraintendere all’attività della struttura con la condivisione di percorsi formativi e la frequenza di volontari dell’Associazione stessa.

Comunque, la mancata stipula del protocollo non ha pregiudicato l’attivazione del servizio.

Il personale attualmente in carico alla SUAP, interamente composto da operatori dell’ASP, risponde perfettamente ai requisiti normativi e di qualità previsti per tali specifici interventi, comprendendo, oltre a unità infermieristiche e OSS anche un dirigente medico anestesista, un dirigente medico fisiatra e – su consulenza – un dirigente medico neurologo. La SUAP completa la rete assistenziale per la cronicità che, nell’ASP di Ragusa, è costituita dall’ assistenza domiciliare, integrata con i servizi sociali degli Enti Locali; dalle cure palliative domiciliari; dall’assistenza residenziale RSA (Scicli, Ragusa e – di prossima apertura – Comiso) ed Hospice (Modica e Ragusa).

L’articolo in questione, mentre tende a far trapelare un sentimento di sconforto e sfiducia, per il tramite di un concetto non veritiero, afferma paradossalmente e in modo involontario l’alto livello dell’assistenza sanitaria iblea, laddove sottolinea il fatto che “non esiste un centro da Roma in giù che accolga tali pazienti….”!

Non si raccomanderà mai abbastanza alla stampa il mantenimento di un atteggiamento più rispettoso per il delicato rapporto fra strutture sanitarie e utenza, specie in ambiti critici e delicati come quello dei pazienti in stato vegetativo.

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