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PRESENTAZIONE DEL LIBRO SHIRA. L’ANGELO NERO DELLA GIORNALISTA VALENTINA RAFFA
13 Mar 2011 09:48
Dopo il debutto romano avvenuto il 22 dicembre scorso, l’opera prima della giornalista Valentina Raffa, Shira. L’angelo nero, Sacco editore, sarà presentata a Modica, al palazzo della Cultura, mercoledì 16 marzo, alle 17.30. Una serata all’insegna della cultura, inserita nell’ambito degli incontri organizzati dal Caffè letterario Quasimodo, che vedrà armonizzarsi critica letteraria, musica e teatro. Sarà Domenico Pisana, presidente del Caffè letterario Quasimodo, ad introdurre l’opera, le cui tematiche di fondo saranno illustrate dal giornalista e saggista Mario Bonanno, che ha curato la prefazione. Al tavolo dei relatori Angelo Di Natale, giornalista Rai, che interverrà sull’opera e intervisterà l’autrice. Ad allietare la serata il M° Sergio Carrubba e gli attori Fatima Palazzolo e Marcello Sarta, della compagnia del Piccolo teatro di Modica, che interpreteranno brani scelti dell’opera.
“Un romanzo in cui niente ci viene risparmiato – dice Mario Bonanno -. Né la crudeltà dei tanti devoti al male per il male, né la frattura intrapsichica (e la liaison dangereuse) che accomuna i due eroi “positivi”, Shira e Dan. Stazionanti sul confine ambiguo che separa salvezza e perdizione. Shira. L’angelo nero è un romanzo che, fosco e cupissimo, filosofico e di denuncia al contempo, potremmo definire il primo “fantasy siciliano”. Dal fantasy, infatti, mutua l’approccio dicotomico alla realtà (Bene/Male come antinomie assolute e immanenti), l’impronta romantico-dark dei protagonisti, come ancora fantasy sono alcune situazioni topiche del romanzo, la toponomastica, traslazione di una Sicilia che-non-c’è, smarginata e “fantastica”, se pur riconoscibile nelle aperte campagne, nei nomi e nei nomignoli dei personaggi, nei casolari-ritrovo dei notabili del luogo. L’autrice attinge da suggestioni gotico-romantiche, quindi spiazza con un guizzo di scrittura post-moderna, un inglesismo, un lampo improvviso, un richiamo all’attualità, conferendo al racconto un tratto suo, del tutto personale. Ma si distanzia sicuramente dai canoni del fantasy per la credibilità che l’autrice riesce a conferire ai protagonisti attraverso un lavoro introspettivo che li rende atipici rispetto al genere”.
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