PER LA CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA NUOVA FRONTIERA OSPEDALE-TERRITORIO

Il futuro della cardiologia interventistica è la creazione di una rete che sia in grado, attraverso la telemedicina assegnata direttamente al 118, di individuare le priorità per trasportare i pazienti direttamente in reparto, evitando il passaggio in guardia medica o al pronto soccorso. A Ragusa si parte da un reparto di cardiologia interventistica che ha raggiunto livelli di grande qualità e professionalità divenendo punto di riferimento in Sicilia, ma si guarda anche ad una nuova frontiera, ovvero l’attivazione di una stroke-unit per intervenire sulle ischemie nel modo più appropriato.

E’ quanto emerso ieri pomeriggio nel corso del nuovo appuntamento dei “Salotti Sanitari” organizzati dal Moica, il Movimento Italiano Casalinghe di Ragusa e il Mosac, il Movimento Sicilia Arte e Cultura. Relatori d’eccezione sono stati il dott. Raffaele Ferrante, primario della divisione di Cardiologia dell’ospedale Paternò Arezzo e il dott. Antonino Nicosia, responsabile del reparto di Emodinamica sempre nello stesso ospedale. “Sicuramente siamo orgogliosi per il fatto che siamo riusciti a creare a Ragusa una cardiologia interventistica che non teme il confronto con le realtà delle città metropolitane – ha detto il dott. Ferrante – Riusciamo a trattare non solo la cardiopatia ischemica ma anche le vascolopatie carotidee, causa dell’ictus, e quelle periferiche.Il futuro? E’ difficile poter ipotizzarlo, sono sicuro che miglioreremo soprattutto quando si riuscirà a fare arrivare in ospedale tutte le vascolopatie acute e penso che lo si dovrà fare non solo sul versante cardiologico ma anche su quello celebrale. Aprire l’unità per lo stroke, laddove si accerti un drop in carotide che ha causato uno stroke acuto, sarà come intervenire per l’infarto, ovvero rimandare del sangue in un cervello in sofferenza. E’ la grande scommessa”.

Il dott. Nicosia ha rilanciato l’idea di attivare una rete operativa che coinvolga anche il 118. Al vaglio della Regione c’è già una proposta che emula il sistema dell’Emilia Romagna che lo stesso Nicosia ha fatto conoscere ai vertici sanitari regionali. “La prima cosa da fare – spiega Nicosia – è dotare tutte le ambulanze del 118 di un sistema di telemedicina, perché la cura dell’infarto va spostata dall’ospedale al territorio dove si può fare una prima diagnosi. Poi ci si sposta all’ospedale. Si deve insomma intervenire in modo collegato tra 118 e ospedale di periferia o ospedale centrale, pronto soccorso, cardiologia ed emodinamica. Probabilmente è un sistema complesso che va coordinato e che non può basarsi solo su un professionista. Per questo ho lanciato alla Regione Sicilia la proposta di creare una rete ad hoc sulla scorta di quanto fatto anche in altre realtà italiane. Ho proposto di prendere esempio dall’Emilia Romagna e abbiamo già visto il funzionamento. Ora dobbiamo metterlo in pratica”.

Insomma tante informazioni dal nuovo appuntamento dei “Salotti Sanitari” che continuano ad informare e soprattutto a fare prevenzione, come spiegato da Giovannella Spina Barbagallo, presidente del Moica di Ragusa: “I Salotti Sanitari sono dei convegni e delle conferenze che organizziamo noi del Movimento Italiano Casalinghe estendendo l’invito alle associazioni del Centro Servizi Culturali che gentilmente ci ospita, per trattare temi importanti come i disturbi della nutrizione e la corretta alimentazione o ancora, come in questo caso, la cardiologia interventistica e le nuove frontiere. Prevenzione assoluta grazie anche a queste dettagliate informazioni”.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it