Otto nuovi alloggi a Ragusa per persone con disagio abitativo. Il progetto “Connettiamo i margini”

Otto nuovi alloggi sociali a Ragusa per le categorie deboli e con disagio abitativo e sociale. 

L’istituto Autonomo Case Popolari ha attinto ad un finanziamento del PO – Fesr per realizzare o ristrutturare otto nuovi alloggi da destinare alle categorie deboli. Il progetto è  stato denominato “Connettiamo i margini”. Su un finanziamento complessivo di 4,7 miliardi di euro, 2,2 sono stati destinati a Ragusa alla realizzazione di cinque abitazioni in via Risorgimento (abbattendo degli immobili esistenti di proprietà della Regione e quindi dello Iacp) e ristrutturando tre piccole abitazioni di proprietà del comune nel centro storico di Ibla, in via Chiasso – via Cetra, in vico Fiore e alla Salita Castello. La ristrutturazione così come la realizzazione dei nuovi alloggi ha seguito i canoni richiesta oggi dall’edilizia: la coibentazione, il gas metano, i pannelli fotovoltaici. Uno dei cinque alloggi di via Risorgimento e destinato ai disabili, un altro potrà essere fruito da operatori delle forze dell’ordine. 

I finanziamenti sono inseriti nell’asse 9.4.1 per l’inclusione sociale e il recupero di unità abitative. Gli alloggi nel centro storico o comunque in zone nevralgiche della città infatti, inverte una prassi purtroppo consolidata che negli anni ha destinato all’edilizia popolare aree residuali delle zone di espansione, o marginali rispetto ai centri abitati .

L’iniziativa ha visto la collaborazione di più enti: il comune, lo Iacp, ààla Sovrintendenza (che ha fornito i pareri in tempi celeri).

L’iniziativa è stata presentata presso la sala dell’ex cinema Ideal a Ragusa dal sindaco, Peppe Cassi, dal sovrintendente, Antonino De Marco, dal commissario straordinario dell’Iacp, Paolo Santoro e da Marco Cannarella, dell’Iacp di Siracusa, che ha avviato la prima fase della progettazione, prima affidati all’architetto Titta Tummino, che oggi non c’è piu. I singoli edifici sono stati presentati dai progettisti: l’architetto Chiara Tummino per via Risorgimento e il geometra Lucio Catania per Ragusa Ibla. Catania è anche RUP per entrambi i progetti. In uno degli alloggi di Ibla sono stati ristrutturati anche dei locali al piano terra, la cui destinazione è però sub iudice perché privi di servizi igienici.

Santoro ha sottolineato come il progetto miri a fornire una soluzione abitativa a chi si trova “in una situazione di disagio sociale, economico , anche temporaneo: giovani coppie, anziani, persone fragili o economicamente o per motivi di salute, operatori delle forze dell’ordine”. I destinatari pagheranno comunque un canone (non ancora fissato, probabilmente di 200/250 euro al mese). Ora bisognerà predisporre un bando, seguendo le direttive delle norme europee, per stabilire i criteri di assegnazione degli alloggi. Il bando è ancora allo studio da parte degli enti coinvolti, ma dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno. L’adesione al finanziamento europeo è stato proposto nel 2017 dall’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone. 

“Si passa dal concetto delle case popolari vecchia maniera a nuove modalità – ha aggiunto Cannarella – vuole rispondere alle esigenze di chi, per vari motivi o a causa di un processo di scivolamento sociale. Permette di recuperare l’abitazione nei centri storici, da cui oggi vanno via perché destinati soprattutto alle attività turistiche. Noi vogliamo interpretare questi bisogni e dare delle risposte”.

 L’iniziativa richiama in qualche modo il modello del social housing, anche se non ci sono servizi condivisi e le singole unità abitative sono destinate a un solo fruitore (singoli o nucleo familiare).

Negli alloggi di via Risorgimento (che sorgono su un’area complessiva di 

1000 metri quadri lordi (con aree verdi per ogni singolo alloggio e aree verdi condominiali) si sta realizzando anche un’area parcheggio (ancora da completare). 

Tutti gli otto alloggi saranno, a breve, consegnati al comune cui spetterà il compito di procedere all’assegnazione.

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