“NOTE PER CRESCERE”

“Note per crescere” questo è il nome della band di Peppe Arezzo che darà vita ad un concerto che si terrà domenica alle ore 20,30 presso il teatro Tenda di Ragusa con la partecipazione di Emanuela Curcio.  Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Associazione “Nati per crescere” che opera da oltre un anno in provincia di Ragusa. Lo scopo dell’evento è quello di riuscire a raccogliere fondi per l’acquisto di una moderna apparecchiatura per la cura  dell’encafolapatia ipossico- schemica dei neonati per prevenire un danno cerebrale irreversibile. L’apparecchiatura sarà donata alla unità operativa di Neonatologia Utin dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa, diretta dal Dott. Giovanni Giaccone. L’associazione “Nati per crescere” intende peraltro ricordare il contributo già offerto da S.E. il vescovo Paolo Urso che, in occasione del suo anniversario di Ministero, il 12 aprile scorso, durante la Messa in Cattedrale, ha comunicato la donazione di 17 mila euro per lo scopo. Il concerto del 12 maggio intende anche essere per l’associazione “Nati per crescere” l’occasione per ufficializzare e sancire davanti alle Autorità e alla cittandinanza ragusana la presenza operativa dell’Associazione. A proposito dell’encafolapatia ipossico- schemica dei neonati, il Dott. Giaccone sottolinea come tale patologia nei neonati “late” pretermine (36 settimane) e a termine rimanga una importante causa di mortalità e di danno neurologico acuto, con  probabilità elevata di qualche forma di disabilità neuro-evolutiva. Il rischio di disabilità motorie,  sensoriali e cognitive  correla con il grado di gravità dell’encefalopatia ipossico-ischemica. L’ asfissia perinatale colpisce il 2-6  per mille dei nati a termine e di questi in circa un terzo si realizza il quadro dell’encefalopatia ipossico-ischemica grave o moderata. I dati delle letteratura – prosegue il primario neonatologo – mostrano che l’ipotermia consegue  l’obiettivo di ridurre i tassi di mortalità e nei sopravvissuti  la gravità degli esiti. Per tale motivo la letteratura mondiale considera l’ipotermia uno standard di cura.

 

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