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Nel racconto di Vinicio Capossela il ricordo di una festa di Pasqua non comune. A Scicli accade questo
02 Apr 2024 10:21
Nel suo profilo social Vinicio Capossela racconta come si innamorò della Festa di Pasqua a Scicli ma soprattutto di quell’insolita processione sulle possenti braccia di giovani. Galeotta fu 20 anni fa sua amicizia con Carmelo ed Iacopo Chiaramonte. Da quell’incontro la partecipazione da semplice turista alla festa di Pasqua e successivamente quella canzone che ha fatto ballare tutti. “L’Uomo vivo. Inno al Gioia” ha reso indimenticabile la festa di Pasqua edizione 2024. E soprattutto quella cornice di via Francesco Mormino Penna, sito Unesco e salotto del centro storico, invasa da migliaia di persone tutti a ballare sulle note della canzone di Vinicio Capossela.
Il racconto di Capossela. Eccolo.
“20 anni fa per la prima volta finii a Scicli il giorno di Pasqua, con Jacopo e Carmelo Chiaramonte. La festa non sembrava granché, cattiva musica e bancarelle, fino a che finimmo dentro la chiesa attratti dai boati. Ci dissero che era una miscela di paganesimo, fede e gallismo, poi si levò il grido collettivo: Gio-Gio-ia…la statua del Cristo risorto condotta a spalla uscì all’aperto investita da una selva di garofani e poi iniziò a barcollare oltre ogni limite di velocità pedonale sulle teste della folla inseguita da una banda in uniforme rossa che suonava sempre lo stesso pezzo, una marcia reale chiamata “Busacca”. Fu una epifania, una folgorazione: l’espressione più festosa della vittoria sulla morte. In questi giorni di poca gioia, in cui la morte sembra entrare dai pori del mondo, che l’uomo vivo ci ricordi la sacralità della vita, di ogni vita, il valore di ogni vita umana. Grazia #Scicli per avere adottato questa canzone che anni fa a Scicli è nata. Grazia a tutti per ricordarci che l’omu è vivu!” E Scicli ringrazia il cantautore per quelle note e quelle parole che, nate dal cuore, hanno raggiunto e raggiungono il cuore di ciascuno. Ancora grazie.
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