MARTELLETTO E DIAPASON

 Perché una rubrica che si occupi di neurologia? Quale il target che si vuole raggiungere e soprattutto quale il servizio che si intende offrire ai lettori?

Non sarà una rubrica di fredde e cattedratiche dissertazioni scientifiche, l’idea é quella di instaurare un dialogo con i lettori partendo dalla descrizione clinica, cercando di superare il limite della ricerca autonoma su internet. I lettori potranno inviare le loro osservazioni e richieste relative agli argomenti trattati  alla mail coordinatoresnosicilia@gmail.com. Ovviamente non si avrà una risposta singola, ma verranno fornite indicazioni di massima sempre sulla rubrica online nel rispetto della privacy e dell’anonimato.Non sarà una rubrica tipo il medico risponde, piuttosto  un incontro virtuale che possa contribuire ad arricchire i due attori. I lettori potranno avanzare richieste su specifici argomenti che saranno trattati in rigoroso ordine cronologico.

La neurologia ha subito negli ultimi anni uno sviluppo esponenziale anche in rapporto allo sviluppo delle nuove tecniche di imaging e di elettrofisiologia. Tutto ciò non ha sostituito però i vecchi strumenti del neurologo del secolo scorso ovvero martelletto e diapason. A tal proposito, in occasione della prima uscita di questa rubrica, debbo rendere omaggio ad uno dei padri della neurologia siciliana, ad un uomo  che ha formato un grandissimo numero di neurologi senza nulla pretendere se non la dedizione al lavoro ed alla scienza. Sto parlando del mio maestro, dell’uomo che mi ha insegnato tutto quello che so, ma che soprattutto mi ha insegnato la cosa più importante per un neurologo: il metodo. Lui, catanese doc, ci ha insegnato che “in neurologia ci sono tanti acchetti e tanti buttuna”. Tradotto in pratica significa che la cosa fondamentale é ragionare in termini di localizzazione anatomica. Sempre sua la definizione più azzeccata dell’esame elettromiografico: “esame clinico con scosse elettriche”. Ulteriore conferma dell’ importanza della clinica rispetto alla diagnostica strumentale. Un neurologo moderno, seppur dotato di metodiche diagnostiche di supporto, non può prescindere dal martelletto e dal diapason. L’uomo di cui parlo è il prof. Antonio Grasso, per tutti Nino Grasso, già direttore della seconda clinica neurologica dell’università di Catania. A lui ed a voi lettori dedico questa prima.

 Nella prossima uscita ci occuperemo di Alzheimer.

 

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