Un intervento di altissimo profilo scientifico segna un nuovo traguardo per la sanità siciliana e per la cardiologia pediatrica italiana. Al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo “Bambino Gesù” di Taormina è stato impiantato con successo un pacemaker leadless, privo di fili, a una bambina di 10 anni affetta da una grave cardiopatia congenita. Si tratta […]
LO “SLANCIO VITALE” DI LUCIO MORANDO
11 Feb 2014 10:19
Lucio Morando, pittore di Chiaramonte Gulfi, fino a poco tempo fa estraneo al contesto espositivo, ha trovato in Amedeo Fusco un promotore che crede fortemente in lui e nella sua arte. Tanto da esporre le sue opere nelle collettive al centro commerciale “Le Masserie” di Ragusa, al “Poggio del Sole” e all’Antico Convento di Ragusa Ibla, assieme ad artisti del calibro di L. Messina, T. Sottile, F. Filetti, S. Cimbali, A. Barbante, A. Cavallo, P. Maltese, S. Licitra, P. Reggiani, S. Braido, G. Criscione, D. Scucces, S. Iacono, N. Battaglia, M. Nigro, R. Penna, I. D’Orazio e tanti altri. “Lucio Morando – racconta Fusco – espone qui per la prima volta. Ci inseguivamo da ben tre anni e qualche mese fa, finalmente, ho potuto vedere le sue opere, rimanendo folgorato dall’emozione che queste riescono a trasmettere. È stato amore a prima vista, così gli ho subito detto che avrei collaborato ben volentieri con lui: e così è stato. Questo artista merita a pieno titolo di entrare a far parte della realtà pittorica ragusana e non solo. Abbiamo anche in progetto una sua mostra personale”. Dal canto suo, Lucio Morando parla così dell’importanza del suo incontro con Amedeo Fusco: “Dopo avergli fatto vedere le mie opere, ho avvertito così tanto la sua approvazione ed il suo entusiasmo che, per merito suo, mi ritengo pittore per la prima volta”.
Morando è un artista che rivede se stesso e la propria opera nella filosofia di Bergson: lui si sente ed è un puro tramite fra l’arte e l’opera. Il messaggio, la comunicazione artistica gli arrivano con uno slancio vitale che sta alla base dell’atto creativo, eseguito senza secondi fini. La sua mano è strumento del “non so che” estetico, i suoi quadri esistono per una ragione puramente liberatoria ed espressiva di un sentimento che sta al di là dello scibile umano. “Senza uno slancio vitale – spiega Morando –, niente di creativo potrebbe essere realizzato: se ci si limita alla mera copiatura, niente si può comunicare, tantomeno un’emozione ed un bisogno che in me sono prorompenti, nel momento in cui mi accingo a fare da tramite a quel qualcosa che mi dà, appunto, lo slancio”. Ma per essere capaci di intercettare questo “slancio” decisivo e preziosissimo, bisogna possedere una sensibilità ed un’umiltà assolute, oltre che un’estrema vocazione alla libertà, sia nel sentire che nell’esprimere: qualità, queste, salienti nell’artista chiaramontano.
Le opere di Lucio Morando saranno visionabili anche presso la collettiva allestita in uno degli stand Kamò dal 13 al 16 febbraio alla Fiera Emaia di Vittoria. Sicuramente, sentiremo ancora parlare di questo pittore che si affaccia adesso al mondo delle esposizioni, mettendosi in gioco per la prima volta con entusiasmo incontaminato.
© Riproduzione riservata