LISSANDRELLO INTERPRETA GIOTTO

Evento di fine autunno allo spazio espositivo “Il chiodo” di via Mario Leggio 173 a Ragusa. Il maestro Giovanni Lissandrello, uno degli autori più affermati della provincia di Ragusa, interpreta Giotto su tavole antiche. L’inaugurazione mercoledì 30 novembre alle 18.30. Ventidue le opere in esposizione. “Opere che dal 10 al 25 marzo 2012 – afferma il realizzatore della mostra, Amedeo Fusco – saranno in mostra ad Assisi per un avvicinamento ideale tra il maestro Lissandrello e uno dei più grandi artisti di tutti i tempi da cui ha tratto ispirazione”.

L’appuntamento è stato presentato questa mattina in conferenza stampa. “Mi sono innamorato di Giotto – ha detto Lissandrello – sin dai tempi della scuola. E ho raccolto l’invito di Fusco di interpretarlo su dei supporti speciali, come queste tavole antiche di varia provenienza che, già di per sé, meritano una particolare attenzione visto che hanno comunque una loro storia da raccontare”. Elisa Mandarà, curatrice dell’evento, ha illustrato la chiave di lettura di “Lissandrello interpreta Giotto”. “I d’apres da Giotto che ammireremo – ha spiegato – nascono dalla spiritualità insita sia in Giotto che nella pittura di Lissandrello. L’interpretazione di queste opere risiede in uno speciale registro, l’estrema liricità con cui sono state realizzate.

Le opere di Giotto sono trattate con estrema libertà. C’è una riconoscibilità iconografica dell’opera, altrimenti fruitore e artefice non si ritroverebbero, però poi tutto viene fuori in modo così personale che Lissandrello, attraverso Giotto, rivela il proprio mondo. La realizzazione di queste opere su tavole antiche rappresenta un omaggio alla tradizione, perché già Giotto componeva su tavola, ma allo stesso tempo asseconda il nostro gusto contemporaneo. Diversamente dal d’apres tradizionale, che molto spesso deforma, quello di Lissandrello, rispetto a Giotto, continua l’interpretazione con libertà, senza eccessi. Lissandrello, tra l’altro, copre delle parti con pennellate di un amalgama di sua invenzione, utilizzando tantissimo oro, in quanto l’oro è metafora del divino. Spirituale e lirica, ad un tempo, la chiave d’accesso a queste opere”.

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