LETTERE AL DIRETTORE

Egregio dott. Portelli, mi corre l’obbligo di esprimere, assieme al mio, il totale disappunto di un’intera comunità sulla visione che lei ha della sanità in generale e, in particolare su quello che sta accadendo alla sanità iblea. Siamo profondamente consapevoli che il tempo delle vacche grasse è finito e che il servizio sanitario, siciliano in particolare,ha bisogno di essere “resettato” con un piano armonioso di riorganizzazione atto ad evitare sprechi e nel contempo dare un servizio sanitario decoroso ai cittadini che ne usufruiscono-non per virtù dello spirito santo-ma per diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana.Una sanità virtuosa distribuita in modo razionale nel territorio da un servizio di qualità agli utenti e nel contempo una boccata d’ossigeno alle casse.

Invece siamo di fronte a eventi inspiegabili come il trasferimento di interi reparti da un ospedale all’altro (giusto avere una sola ginecologia, una sola ostreticia, una sola pediatria) senza il trasferimento, promesso a parole, di reparti come l’oculistica con annessa sala operatoria e tutta la strumentazione necessaria perchè un reparto si definisca tale (e non 2 posti letto come abbiamo saputo dopo. Non si chiude un reparto efficiente come l’urologia a Comiso, dove grazie alla presenza e operatività di una equipe sanitaria efficiente vengono effettuate decine e decine di interventi settimanali, solo perchè questo potrebbe dare fastidio a qualche “luminare” (sic!) che opera presso qualche altro Ospedale della Provincia. Non si sopprime il 118 senza prima avere quantomeno medicalizzato le ambulanze e qui ci fermiamo. Le voglio consigliare di andare in pellegrinaggio al reparto di ginecologia di Vittoria e riflettere sul perchè qualcuno ha pensato di spostare un reparto sensibile, per rispetto nei confronti delle nostre donne, in locali fatiscenti non in regola, checchè se ne voglia dire, con le norme antisismiche vigenti (chi ha buona memoria ricorda perfettamente un’ampliamento effettuato in più fasi, sovrapponendo piani su piani nell’arco di vari decenni, a partire dagli anni 60 dove ancora non erano in vigore dette norme)invece di utilizzare i reparti nuovi e funzionali del Regina Margherita di Comiso.

Per finire, ci dica dove sta il risparmio quando in un ospedale (mi riferisco al Guzzardi) si mantengono 5 sale operatorie,una per ogni piano, con 5 capisala 5 anestesisti e un numero infinito di infermieri quando si sarebbe potuto costituire un blocco operatorio al Regina Margherita di Comiso con 2 sale operatorie 2 anestesiti e un numero di gran lunga inferiore di infermieri. Potrei dilungarmi ancora per molto, non ultime le velate “pressioni” al personale sanitario e parasanitario a tenere in questa vicenda un profilo basso se no….La sanità è un pilastro fondamentale di una società civile. certe decisioni devono essere condivise con chi in quel territorio ci vive: non ci si può con l’incubo che domani mattina qualcuno si svegli con la luna di traverso e senza un perchè smantelli o depotenzi un reparto.

Cordialmente Nunzio Bertino

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