“LE MANI SUL CRISTALLO” TRA LA PROVINCIA IBLEA E LA PALERMO ATTUALE

25 Feb 2011 16:14

Sarebbe stato riduttivo raccontare l’incontro tra una pittrice e un preside di una scuola paritaria in chiave esclusivamente romantico- sentimentale. Ecco perché la prima creazione letteraria di Girolamo Piparo, “Le mani sul cristallo”, racconta la storia di un uomo e di una donna, con un intento narrativo diverso: l’universo emotivo ed esperenziale dei due protagonisti si sfiora, debolmente intrecciandosi tra detti e non detti, sullo sfondo di una Sicilia del dopoguerra, ancora non digiuna dalle memorie belliche più cruente.

Lo spazio e il tempo appaiono circolari attorno allo snodarsi di una trama che decolla sin dalle prime pagine del romanzo: la terra iblea e la Palermo attuale, in cui gli anni dell’impegno civile dalla ricostruzione alla lotta contro il riarmo nucleare fanno da sfondo attivo allo snodarsi di storie vere, come quella di un protagonista della repubblica partigiana di Montefiorino e di Hermod Lannung, liberal- radicale danese.

Ma cosa c’è di autobiografico in questo libro?

“Molti ricordi sicuramente – afferma l’autore – Angelo D’Arrigo, per esempio, campione di volo sportivo-  come anche le vicende di centinaia di insegnanti finiti a lavorare nel nord Italia. Queste esperienze fanno sicuramente parte di un vissuto che non è solo mio”.

L’autore sottolinea poi come proprio la non- relazione tra i due protagonisti costituisca forse la parte originale del romanzo.

“Entrambi, pur essendo attratti l’uno dall’altro – non intraprenderanno mai una vera e propria relazione, che resta su un piano meramente mentale, per varie motivazioni, che porterà entrambi alla scelta finale di vivere l’uno lontano dall’altro. E’ proprio questo il filo conduttore di tutto il romanzo, il suo liet motiv”. 

Forse vuol essere lo specchio dell’incapacità relazionale di oggi, così sostanziata di rapporti che restano spesso poco definiti? Ai lettori, il compito di sciogliere questo dubbio.