La Lista CasSìndaco pronta a strutturarsi “politicamente”. Il sindaco: “E’ il primo partito in città”. Stoccate agli ex avversari di campagna elettorale

Potrebbe nascere a Ragusa il nuovo “partito del sindaco”. Peppe Cassì è stato riconfermato alla guida della città con il 62,92 per cento dei voti, 21673 preferenze, e prima della cerimonia di insediamento ha commentato il dato “politico” emerso. La sua scelta è stata quella di presentarsi senza partiti a sostegno ma con un progetto civico: 5 liste e tutte rappresentate nel consiglio comunale che si insedierà. Una scelta non “contro i partiti” chiarisce Cassì. “La presenza dei partiti – dice il neo riconfermato sindaco – per l’impalcatura democratica, è insostituibile, è collegamento tra gente e istituzioni, ma i partiti hanno smarrito strada, non sono agenzie di collocamento ma luoghi di confronto, di democrazia, in cui assumere decisioni, analizzare problemi, cercare soluzioni selezionando la classe politica. Non critico i partiti ma come sono stati gestiti a Ragusa e la prova è ciò che è successo qualche giorno fa”. Le uniche 3 liste che hanno passato la soglia di sbarramento e che portano un simbolo di partito solo il Movimento 5 Stelle con il 5,19 per cento (1651 voti), il Pd con il 7,34 (2235 voti) e Fratelli d’Italia 6,6 per cento (2099 voti). Un exploit, quello di Cassì, inaspettato per le dimensioni. Nella coalizione che lo sosteneva, la lista CasSìndaco ha raccolto 7789 preferenze (24,48%), Partecipiamo-Ragusa futura 3951 (12,42%); Ragusa Prossima 2340 (7,35%); Terra madre 2333 (7,33%); De Luca per Ragusa 1790 (5,63%). Ed è proprio sulla lista CasSìndaco che alla luce delle premesse, Peppe Cassì si spinge in avanti: “I numeri dicono che questa lista è in realtà il primo ‘partito’ in città; ora dobbiamo evolverci; non è solo una lista elettorale o una esperienza che porta ad amministrare. Dovrà strutturarsi per dare seguito e senso di presenza in città; siamo insieme per condivisione di valori portando avanti rete di prossimità e partecipazione”. Il primo cittadino poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa: non nomina nessuno ma è come se lo facesse, indica la situazione di Fratelli d’Italia “il partito di maggioranza assoluta nel governo nazionale” il cui coordinatore comunale (Alessandro Sittinieri ndr) “ha messo insieme un numero di voti che nella mia lista lo avrebbe collocato al terz’ultimo posto” e aggiunge “se non si parte da una analisi spietata non si va avanti e non si può crescere e spero succeda in città. Ci sono liste formate negli ultimi mesi che hanno superato partiti storici”. Poi una stoccata agli avversari politici che avrebbero alzato i toni della competizione politica: “Hanno parlato in tutte le occasioni del perché non votare me ma non perché avrebbero dovuto votare loro; in campagna elettorale hanno cercato di delegittimare l’azione politica, di denigrare anche con attacchi personali. Ha prevalso in alcune circostanze anche un risentimento personale. Alle volte c’è una tossicodipendenza dal rancore; quando lo manifesti ne trai un godimento immediato e magari ecciti le persone vicino a te ed è una sorta di tossicodipendenza, quando passa l’effetto lo devi rifare. Davanti a questo atteggiamento ho reagito senza replicare applicando un principio che funziona sempre nello sport e nella vita: contrastare chi cerca di colpirti schivando il colpo. L’avversario cade da solo, senza combattere. L’atteggiamento che ho sempre cercato di improntare alla gentilezza e educazione, qualcuno lo scambia per debolezza. Invece è stato uno dei motivi che mi ha portato al risultato. Cedevolezza è arte marziale orientale; fa sbilanciare l’avversario che poi cade; è il tentativo riuscito di ricondurre la competizione a regole alle quali mi sono attenuto e non tutti lo hanno fatto in questa campagna elettorale”.

La conferenza è stata aperta dai ringraziamenti alla città, a chi gli ha dato fiducia. La nuova giunta sarà pronta la prossima settimana, cinque gli assessori designati in prima battuta Giovanni Iacono, Giorgio Massari, Elvira Adamo, Giovanni Gurrieri e Saverio Buscemi. Tra i papabili sembra destinato alla riconferma l’assessore uscente ai Lavori pubblici, Gianni Giuffrida, oltre 1000 preferenze personali ottenute, ed un posto di responsabilità sembrerebbe destinato anche a Simone Di Grandi. C’è solo un “diktat” preannunciato dal sindaco: nessuna doppia attività, cioé chi è assessore lo dovrà fare a tempo pieno; troppo da fare e al meglio sia in termini di programmazione che in termini di realizzazione per le risorse già incamerate sia per quelle da intercettare. Ancora dubbi invece sulla linea da seguire per il doppio incarico consigliere comunale/assessore. In questo caso nessun diktat ma saranno decisioni maturate in seno, eventualmente alle liste. Dalla dialettica politica a tratti forte, Cassì dice di volere prendere comunque qualcosa, promette maggiore incisività a sottolinea che l’autorevolezza non dipende dai toni. Riferisce di una telefonata del presidente della Regione, Renato Schifani che si è congratulato con lui e del nuovo sindaco di Catania, Enrico Trantino. “Ragusa non è mai stata sola e non rimarrà senza agganci politici” dice Cassì che per i prossimi anni vorrebbe che nel “lessico politico venissero valorizzate alcune parole: giustizia come solidarietà, inclusione, giustizia distributiva per non lasciare indietro nessuno; bellezza per valorizzare le straordinarie qualità e potenzialità di Ragusa, e speranza”. Poi dialogo con tutti “anche con chi siederà sui banchi della minoranza. “Certo è che nessuno può imporre o condizionare le nostre azioni amministrative, prevarrà l’opinione di maggioranza. Non siamo ricattabili né condizionabili nel percorso amministrativo. Politicamente chi ci ha provato non è finito bene”.

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