La foce del fiume Irminio quasi scomparsa. A rischio la biodiversità dei luoghi

La siccità ha colpito anche il fiume più importante della provincia iblea, l’Irminio che si sviluppa su un percorso di 52 chilometri e che ha subito una riduzione nel volume delle sue acque. Riduzione consistente che influisce soprattutto nella sua foce compromettendo la “vita” della Riserva Naturale Macchia foresta del fiume Irminio istituita nel Giugno 1985 “al fine di salvaguardare la biocenosi della zona costiera, la dinamica della vegetazione delle rarissime espressioni di Macchia foresta, nonché l’ecosistema del fiume Irminio”. Oggi la foce del corso d’acqua è un deserto: non c’è un filo d’acqua, ci sono solo tronchi e rami secchi che, staccatisi dagli alberi, hanno percorso l’asse del fiume fino a depositarsi sulla spiaggia. Con un ampio corredo fotografico su social Alessia Gambuzza, presidente del Circolo Legambiente Kiafura di Scicli, ne racconta il declino.

Il fiume Irminio, nasce alle falde del Monte Lauro, sugli Iblei ed attraversando l’altopiano tra Ragusa e Modica, sfocia nelle acque del Canale di Sicilia in territorio di Scicli.

Nelle ultime settimane il Libero Consorzio comunale di Ragusa è intervenuto con opere di sistemazione e bonifica dei tratti in cui ricadono i ponti (uno di essi il ponte di contrada Ferrante) al fine di liberarli da erbacce, arbusti e tronchi e rendere agevole il percorso delle acque in occasione di eventuali piogge copiose. Lungo le rive del fiume si possono trovare piante di alto fusto che rappresentano la foresta da cui prende il nome la riserva e che danno forza ai terreni adiacenti il corso d’acqua. Una flora spiccatamente mediterranea, che rende affascinanti i luoghi, fa da habitat naturale alla fauna costituita, per la maggior parte, da uccelli migratori che usano la riserva come area di sosta durante la migrazione dall’Africa al nord Europa e viceversa. Fra le specie più numerose si ricordano: il cavaliere d’Italia, il martin pescatore, la folaga, la garzetta, la poiana, il cormorano, il falco ed altri ancora. Nelle zone acquatiche si trovano rana e rospo mentre nelle zone sabbiose è presente il ramarro ed il biacco. In tutti i terreni che vanno verso l’interno si possono poi trovare esemplari di volpe e di coniglio selvatico oltre che la nutria, specie introdotta nella Riserva naturale. Questi animali stanno soffrendo per la siccità e stanno resistendo al declino solo grazie a quelle poche risorse del fiume che scorre verso il mare, lento e ridotto nel volume tant’è che i canneti ai bordi cominciano a soffrire.

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