LA BRUTTA FINE DEL BRUT

Osservando l’andamento delle vendite in Italia dei vini spumanti, si deduce che il consumo di questa tipologia di vino si concentra quasi esclusivamente nel periodo delle feste natalizie. Effettivamente in Italia, ma anche in tanti altri paesi, i vini spumanti vengono considerati ancora qualcosa da stappare solo in occasione di feste o di eventi, quali lauree e affini.

L’abitudine di consumare normalmente vini spumanti anche a tavola non è ancora diffusa da noi, meno ancora nel sud d’Italia, ove questi rientrano semmai nelle basi dei cocktails o vengono consumati come aperitivi, sebbene in genere sia più diffuso l’uso del Prosecco rispetto agli spumanti brut da altre uve. Il Prosecco, infatti, è un’ eccezione tra i vini spumanti, poiché trova largo consumo durante tutto l’arco dell’anno, proprio per la sua semplicità e immediatezza.

Più complicata è la situazione degli spumanti brut Metodo Classico, dei quali non solo è sconosciuta la grande versatilità di abbinamento con il cibo, ma se ne fa l’uso più errato possibile: l’abbinamento con il panettone o altri dolci natalizi. Brut, Extra Brut, Dosage Zéro, Brut Nature e Pas Dosé sono tutti termini che indicano vini spumanti secchi, chi più chi meno. In ogni caso il loro punto comune è la percezione di secchezza del vino al palato. Una delle poche regole di abbinamenti vino-cibo accettata da tutte le scuole di pensiero è che ai dolci si abbinano i vini dolci. D’altronde basta fare leggermente attenzione a cosa succede nel nostro palato, quando beviamo uno spumante brut con il panettone, per rendersi conto che perdono tutti e due di piacevolezza.

Il piacere dell’abbinamento è nell’esaltare i soggetti coinvolti oppure nel compensare qualche carenza, in genere del vino, che possa presentare uno dei vari soggetti coinvolti e che con un abbinamento corretto passa impercettibile.

Tenuto conto che siamo in un periodo di crisi, la spesa cosiddetta intelligente ricopre sempre di più un ruolo importante. Forse l’unica nota positiva di questa crisi è proprio quella di darsi una maggiore coscienza nelle spese. Mortificare uno spumante brut Metodo Classico con del panettone, peggio ancora se parliamo di Champagne, solo per avere il piacere di stappare col botto la bottiglia a mezzanotte, è decisamente uno spreco di denaro. Sì, perché uno spumante del genere non costa meno di dieci euro e se volessimo pensare a uno Champagne, teniamo conto che a meno di venti euro sono rarissimi e decisamente discutibili. Per non fare confusione, ripeto che mi riferisco solo agli spumanti Metodo Classico, quelli maggiormente consumati nel periodo natalizio. Visto che uno spumante dolce, come l’Asti Spumante, tanto per fare un esempio, sta in genere ben sotto i dieci euro ed inoltre si abbina meglio con il panettone e per gli amanti della scenografia fa comunque il botto, sarebbe meglio propendere per questo abbinamento e lasciare gli spumanti brut Metodo Classico, se si ha la possibilità e la curiosità, ad altri abbinamenti. La sorpresa per chi volesse addentrarsi in questo campo sarà la scoperta che gli spumanti secchi, in base alle loro caratteristiche, posso abbinarsi praticamente a tutti i piatti salati e di tutti i generi. Ma per chi ritenesse l’Asti Spumante troppo dolce, è importante tenere conto che un buon vino dolce, di qualsiasi tipo e provenienza, deve possedere una buona componente acida per bilanciare la dolcezza del vino e senza la quale esso risulterebbe stucchevole. Un Asti Spumante ben fatto, quindi, sarà sempre armonico, nonostante la sua dolcezza.

Un consiglio per chi può fare a meno del botto a mezzanotte: il Moscato d’Asti, che è frizzate ma non spumante, quindi presenta meno anidride carbonica naturale e quindi è leggermente più dolce, ma non capace di fare il botto scenografico del tappo, offre sicuramente maggiori spunti d’interesse e profondità rispetto all’Asti Spumante e comunque è molto raro che il prezzo di un Moscato d’Asti vada oltre i dieci euro.

Per concludere, una nota sui vini dolci siciliani. Sono sicuramente più dolci dell’Asti Spumante o del Moscato d’Asti. Effettivamente non si abbinano assolutamente bene con il panettone, ma proprio perché siciliani, si trovano molto più a loro agio con dei dolci di maggiore complessità e dolcezza.

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