IX Vittoria Peace Film Fest, vengono proclamati i vincitori

Oggi alle 18 si conclude il IX Vittoria Peace Film Fest. Nella Multisala Golden di Vittoria (Ragusa), vengono proclamati i vincitori delle sezioni dei cortometraggi, lungometraggi e documentari. La Giuria chiamata a giudicare i film del festival è composta da quattro donne: la montatrice Francesca Bracci, la giornalista e documentarista Laura Silvia Battaglia, la produttrice Linda Di Dio e l’esperta di cinema Rosa Parisi Gesù. Un’altra giuria che pronuncerà il proprio giudizio è costituita dagli studenti dell’Istituto “Giuseppe Mazzini” di Vittoria,impegnati a svolgere i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.

Mentre i lungometraggi sono visibili solo in sala, è possibile vedere i documentari e i cortometraggi in concorso sulla piattaforma di MyMovies, fino a sabato 18 dicembre alle 23.59. Per prenotarsi alla visione gratuita delle opere è necessario registrarsi sul portale di MyMovies: https://www.mymovies.it/ondemand/vittoria-peace/

Per consultare e scaricare il programma e il catalogo del festival basta cliccare su: https://www.vittoriapeacefilmfestival.com/

Giuseppe e Luca Gambina, i direttori artistici del IX Vittoria Peace Film Fest, presentano una selezione di documentari fuori concorso firmati da alcuni tra i più impegnati autori del “Cinema del reale”. I film sono visibili soltanto nella Multisala Golden di Vittoria. Il pranzo di Francesco (Italia, 2021, 52’) di Pasquale Scimeca e Luca Capponi viene mostrato al festival in anteprima siciliana. È ambientato a Palermo, alla Missione di Speranza e Carità. I poveri della Missione si preparano per il pranzo. Per loro, quello, è un giorno speciale. Papa Francesco, l’autorità morale più importante della terra, ha deciso di condividere il loro cibo. Gli ultimi della terra accolgono il Papa, si siedono con lui, e come spesso accade durante un pranzo, parlano, scherzano, si confidano. Francesco ascolta le loro storie, li consola, e racconta il senso del suo pontificato: una Chiesa povera per i poveri, a fianco degli ultimi, dei migranti, dei malati, degli “scarti” della società dei consumi, il rapporto con le altre religioni, la critica radicale a un sistema economico che mette al centro il profitto a discapito della dignità e della libertà degli uomini.

Un’altra anteprima siciliana è il documentario La macchina delle immagini di Alfredo C. (Italia, 2021, 76’) di Roland Sejko, con Pietro De Silva. È ambientato in Albania. Dopo l’occupazione italiana. Il 7 aprile 1939, molti coloni italiani si trasferiscono a lavorare nel Paese. Quando la Germania prende il controllo del Paese (8 settembre 1943) i militari fuggono in montagna e gli italiani sono costretti a lavorare per i tedeschi. Infine, con la liberazione (28 novembre 1944) il regime comunista trattiene alcuni connazionali, tra cui un operatore cinematografico per l’Istituto Luce: Alfredo C. Dopo questi dati, sinteticamente riassunti dalle didascalie

iniziali, Sejko rimette in scena quell’operatore (interpretato dall’attore Pietro De Silva) e lo fa muovere all’interno di un deposito di pellicole. Qui ripristina una vecchia moviola, riassembla un proiettore e riporta letteralmente alla luce le preziose immagini raccolte tra il 1939 e il 1943.

Il signore delle nevi, La storia delle neviere in Sicilia (Italia, 2016, 52’) di Nello Correale, con Francesco Alliata principe di Villafranca e Luigi Romana, Luigi Lombardo, Giuseppe Cultrera. La Sicilia, la terra del sole, del mare, del sale e del grano ha prodotto il ghiaccio per tutto il Mediterraneo e ne ha mantenuto il monopolio del commercio per circa due secoli. Il principe Francesco Alliata di Villafranca “l’ultimo signore della neve” conduce lo spettatore dalle pendici dell’Etna, il vulcano che domina il Mediterraneo, a Buccheri, a Monterosso, a Palermo, ai Nebrodi. È un racconto di coloro che hanno fatto della “coltivazione” della neve una attività che è resistita per secoli innestandosi nella cultura popolare siciliana.

Dove bisogna stare (Italia, 2018, 98’) di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli, con Jessica Cosenza, Lorena Fornasier, Georgia Borderi, Elena Pozzallo. È la storia di quattro donne italiane, di provenienze diverse, impegnate, a titolo volontario, nell’accoglienza dei migranti: Lorena, pensionata di Pordenone, aiuta come può dei pakistani nascosti in rifugi provvisori; Elena, in un paese vicino della Val di Susa, ospita in casa un ragazzo che ha attraversato la frontiera a piedi nudi, sotto la neve; Jessica è tra i responsabili del centro sociale Rialzo di Cosenza; a Como Elena cerca ospitalità e fornisce informazioni pratiche ai migranti.

Paese nostro (Italia, 2016’ 35’) di Michele Aiello, Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise è un film collettivo sull’Italia dell’accoglienza diffusa, realizzato dagli autori ZaLab nel 2016, prodotto dal ministero dell’Interno, ma mai distribuito.

C’è un soffio di vita soltanto (Italia, 2021, 92’) di Matteo Botrugno e Daniele Colu, con Lucy Salani. Racconta le vicende di Lucy, una nonna di novantacinque anni. Nella sua casa, le foto ingiallite dal tempo raccontano l’adolescenza di un ragazzo, che all’epoca si chiamava Luciano, e stava per vivere il periodo più terribile della sua vita. Lucy è la donna transessuale più anziana d’Italia. È una dei pochi sopravvissuti al campo di concentramento di Dachau ancora in vita. Lucy, tramite la sua vita, racconta la storia del Novecento. Gli eventi della sua turbolenta esistenza diventano la metafora di un’umanità che non si arrende e che fa tesoro del più grande dono della Storia, la memoria, come unico e imprescindibile punto di partenza.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it