Inventò maltrattamenti e violenza sessuale: “L’ho fatto per salvare la mia famiglia dal tunnel dell’alcool in cui era precipitato mio marito”

La moglie lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. E anche se poi aveva ritirato la querela, il processo era andato avanti perché i reati sono gravi, si procede d’ufficio. L’uomo è stato assolto dal Tribunale collegiale di Ragusa perché il fatto non sussiste. Ieri la testimonianza della donna in aula ha fatto sì che il processo si concludesse anzitempo; il legale dell’uomo, l’avvocato Biagio Giudice, ha rinunciato a sentire i testi della difesa e l’imputato. La donna ha spiegato al Tribunale di essere pronta ad assumersi la responsabilità di quello che ha fatto, di avere falsamente denunciato il marito, ma lo avrebbe fatto per salvare il suo uomo e la sua famiglia dall’alcol.

La storia

Quando la donna presentò la denuncia querela, venne allontanata, assieme ai figli, dall’uomo. Lui a quel punto avrebbe ritenuto che perdendo la famiglia aveva perso tutto; iniziò subito un percorso di disintossicazione, lavorando sodo, riconquistando i figli un passo alla volta, assieme a personale specializzato. Vivono al nord, sono di origine albanese. Lei almeno secondo quanto ha testimoniato ieri, è felice: famiglia riunita e un riscatto sociale e economico.

Chi sono?

Sono una coppia di origine albanese; lui ha una florida impresa edile. Sono riusciti a comprarsi una casa e una macchina. L’alcool non fa più parte della loro vita. Il pm, dopo la rinuncia dell’avvocato dell’imputato a sentire altri testi, ha chiesto l’assoluzione dell’uomo dalla violenza sessuale e la derubricazione del reato di maltrattamenti, in percosse e minacce, improcedibile per mancanza di querela. L’avvocato dell’uomo ha chiesto invece l’assoluzione perché il fatto non sussiste, da tutti i capi di imputazione. Così è stato; il Tribunale collegiale ha assolto l’uomo definendo in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni. 

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