INTERVISTA AL DOTT. IACHELLI RESPONSABILE MEDICINA DELLO SPORT ASP RAGUSA

lla vicenda della ragazza di Vittoria morta mentre effettuava nella palestra della Scuola Sciascia di Vittoria le lezioni di educazione fisica abbianmo voluto sentire il dott. Gaetano Iachelli responsabile del Servizio di Medicina sportiva dell’Asp di Ragusa quanto in generale sono necessarie le precauzioni per evitare siffatti incidenti.

 D: In riferimento alla triste vicenda della morte  improvvisa della giovane studentessa di vittoria durante l’ora di ed. Fisica, le chiedo quali possono essere le possibili cause che determinano tale evento drammatico durante sforzo fisico?

R: nella popolazione sportiva giovanile le cause prevalenti di M.I. (anche se per fortuna  oggi statisticamente < 1: 100.000) sono di natura cardiaca (ARITMIA) e in particolare riguardano le cardiomiopatie  a carattere eredo-familiare: cardiomiopatia ipertrofica (HCM), cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVD), le miocarditi, l’origine e il decorso anomalo delle coronarie, la Sindrome di Marfan, la Sindrome di WPW, il prolasso mitralico, le canalopatie (difetti dei canali ionici in cuore sano).

D: Allora esiste un rischio di morte improvvisa da sport? Come si concilia l’idea diffusa che lo sport fa bene alla salute con il ruolo di causa, come nella vicenda di vittoria, di m.i.?

R: Non è lo sforzo fisico di per sé che mette a repentaglio la vita dei giovani ma l’esistenza di un cuore che, sottoposto ad un aumento di prestazione, cede improvvisamente per colpa di una malattia silenziosa. In realtà lo sforzo fisico non è causa di m.i. ma un trigger, una concausa che agisce, al pari di altri fattori (stress, doping, farmaci, etc) su un cuore instabile da un punto di vista elettrico (ovvero affetto da una cardiomiopatia silente), determinando, purtroppo, come unica manifestazione, la morte improvvisa a seguito dello scatenarsi di una aritmia maligna.

 

D: E’ possibile prevenire, e in che modo, tali eventi?

 

R: oggi quella della morte improvvisa durante attività fisica è un percorso che si è arricchito di numerose evidenze scientifiche, e particolarmente di quelle Italiane: infatti l’Italia rappresenta un modello mondiale di prevenzione e tutela della salute degli sportivi (ruolo svolto dalla medicina dello sport e dalla cardiologia dello sport), al punto che anche gli Americani, notoriamente contrari alla prevenzione, cominciano a guardare con interesse tale modello.

Il percorso, tra l’altro previsto anche da un punto di vista legislativo, prevede:

  1. un’accurata anamnesi (spesso in queste tragiche evenienze, il carattere familiare di altre morti occorse a parenti vicini, spesso prima dei 40 anni, improvvisamente, deve alimentare dubbi diagnostici; altresì storie di svenimenti particolarmente in relazione allo sforzo fisico, costituiscono elementi da indagare da parte del medico dello sport). Altri sintomi tuttavia vanno presi in considerazione: fatica eccessiva negli sforzi, recuperi ritardati, palpitazioni, capogiri sempre in relazione allo sforzo.
  2. VISITA: deve prevedere un attento esame clinico e  il rispetto del protocollo del controllo pressorio
  3. ECG: uno studio Veneto (Corrado e col.), tra i piu’ importanti al mondo, ha già dimostrato in venti anni una riduzione (89%!) delle m.i. negli sportivi rispetto ai sedentari grazie all’ecg. Oggi infatti, in particolare in riferimento all’età giovanile (<35 a.) Un semplice elettrocardiogramma di base è spesso in grado di svelare l’esistenza di queste cardiopatie occulte e la  visita di idoneità allo sport rappresenta una formidabile occasione a questo scopo. Pertanto il consiglio (l’obbligo vale per l’attività agonistica) è, per chi pratica sport o attività fisica a tutti i livelli di sottoporsi annualmente ad una visita medico sportiva (anche se non agonistica) che normalmente prevede anche un ecg.

 

A completare il percorso di prevenzione va sottolineata l’utilità della formazione del personale addetto alle manovre di primo soccorso e all’utilizzo del defibrillatore.

Solo se i punti su esposti vengono rispettati si potrà un giorno ridurre quasi a zero il rischio di M.I.

D: Bisogna tranquillizzare o allertare i genitori riguardo ai loro figli che praticano attività fisica/sportiva?

 

R: il nostro territorio gode di ottima organizzazione e competenza riguardo alla tutela della salute degli sportivi, grazie anche a validate sinergie tra la medicina dello sport asp, la pediatria, la medicina generale e tutte le cardiologie della provincia, pertanto credo che una volta presenti gli ingredienti, basta solo metterli in pratica! In buona sostanza la prevenzione nel nostro territorio sanitario è ben organizzata e in grado di prevenire tali patologie, si tratta di sottoporsi a controlli annuali  per l’importante screening pre competitivo (medico sportivo), da solo capace di prevenire la M.I.

 

 

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