IL VICE PRESIDENTE DEL SENATO VANNINO CHITI PARLA DI RELIGIONI E POLITICA

12 Gen 2012 02:29

“Religioni e politica nel mondo globale: le ragioni di un dialogo”. Questo il tema dell’incontro che si è svolto mercoledì 11 gennaio, nell’auditorium della Camera di Commercio di Ragusa. I lavori, che saranno introdotti dal consigliere comunale Giorgio Massari, hanno preso spunto dal saggio del vice presidente del Senato, Vannino Chiti, che studia la prospettiva della dimensione pubblica delle religioni. “Occasioni come questa – ha affermato Giorgio Massari – ci aiutano a maturare l’impegno di noi cristiani nell’occuparci del bene comune. La Chiesa non fa politica, ma forma i cristiani al dovere della politica. La Chiesa non è l’oppio del popolo, ma il sale della terra, non vive uno spiritualismo disincarnato ma una spiritualità di incarnazione, di morte e  di Resurrezione”.

Nel saggio Chiti sostiene che oggi è necessario contribuire ad affermare un nuovo umanesimo. “È questo il fine principale di un dialogo e di un impegno della politica progressista e delle fedi religiose. Il terreno fondamentale d’incontro è infatti rappresentato dalla centralità della persona, dalla sua promozione, dal riconoscimento della sua dignità”. Secondo l’esponente del Pd, “il problema che si pone oggi alla democrazia è di consentire una presenza pubblica delle religioni, senza far venire meno, anzi rafforzando, il ruolo dello stato di diritto perché una dimensione pubblica delle religioni è una ricchezza per la nostra convivenza nella società e per la stessa democrazia, nella misura in cui si accompagni, in modo inseparabile, al pluralismo religioso”.Ed ancora, per Chiti, “è indispensabile evitare che si allarghino i fossati tra cultura laica e cultura religiosa: la necessità è quella di ridefinire un minimo comune denominatore di valori, un’etica condivisa”.

E Chiti si è soffermato anche sull’’attuale momento politico italiano, con particolare riferimento all’attività del governo Monti. A questo proposito l’esponente del Pd ha dichiarato che l’arrivo di questo esecutivo tecnico è stato dovuto ad una situazione di emergenza necessaria per salvaguardare l’Italia da un possibile collasso. Ma, a suo giudizio, d’ora in poi sarà necessario lavorare per puntare alla ripresa dello sviluppo sostenendo le politiche dell’occupazione in particolar modo giovanile.