Il mistero della presenza di “inquinanti eterni” a Ispica e Scicli

Ci sono anche Ispica e Scicli fra le città siciliane in cui è stata rilevata la presenza di Pfas, acronimo di sostanze perfluoroalchiliche, una famiglia di composti chimici ampiamente utilizzati dall’industria in quanto idrorepellenti e oliorepellenti, nocive per l’uomo, chiamate anche “inquinanti eterni” perché si degradano in tempi molto lunghi.

Un’inchiesta giornalistica denominata “The Forever Pollution Project”, svolta in tutta Europa con il contributo di 18 testate tra cui Le Monde (Francia), Süddeutsche Zeitung, NDR e WDR (Germania), The Guardian (Regno Unito) e Le Scienze (Italia), ha rivelato circa due mesi fa l’estesa contaminazione di Pfas nel vecchio Continente. I siti censiti sono circa 17mila. I dati provengono dai campioni prelevati in acqua, suolo o organismi viventi da scienziati e autorità, a partire dal 2003 fino a oggi.

La mappa

Le Monde ha realizzato una mappa, riportata da radarmagazine.net, costruita raccogliendo e organizzando dati da diverse fonti, pubbliche e private, che mostra i luoghi in cui è stata accertata una contaminazione da Pfas da parte di autorità ambientali (come le Arpa in Italia). Nella mappa compaiono le due città ragusane e altre nell’Isola: Gela, Licata, Palma di Montechiaro, Agrigento, Trapani, Erice, Alcamo, Palermo, Terrasini, Monreale. In Sicilia la situazione è decisamente meno preoccupante rispetto a Lombardia, Veneto e Sardegna, ma ci sono zone da tenere sotto controllo, specialmente Siculiana (Ag) e Augusta (Sr), dove i livelli di Pfas sono decisamente alti.

Il problema ibleo

A Ispica e a Scicli i livelli di Pfas sono stati rinvenuti in campioni d’acqua superficiale (termine con cui s’intendono l’insieme delle acque correnti di fiumi, torrenti, ruscelli e canali, delle acque stagnanti di laghi e paludi, delle acque di transizione e delle acque marino-costiere), prelevati entrambi al 2021. Entrando nel dettaglio, in territorio di Scicli è stata rilevata una concentrazione di Pfas di 13 nanogrammi per litro e più di 13 ng/l di altre sostanze chimiche. A Ispica concentrazioni più evidenti: 116 ng/l di Pfas, 11 ng/l di Pfoa (altra sostanza cancerogena) e 105 ng/l di altre sostanze. Occorre capire le fonti di questo genere di inquinamento da non sottovalutare e le eventuali ripercussioni nell’ambiente e nelle attività umane.

Cosa potrebbero significare queste concentrazioni di Pfas? Senza altre informazioni contenute nel documento, possono essere solo formulate ipotesi. La letteratura scientifica afferma che fra gli alimenti contenenti Pfas ci sono pesce e frutti di mare (soprattutto da acqua dolce), frutta e prodotti contenenti frutta, carne e prodotticon carne (in particolare interiora e fegato). I pfas sono presenti anche nelle padelle antiaderenti, negli imballaggi di carta, nei cosmetici, nei capi di abbigliamento impermeabili. Secondo un articolo del Guardian, citato da ilfattoalimentare.it, concentrazioni elevatissime di Pfas sono state trovate in contenitori per pesticidi e in generale si ritrovano nelle bottiglie di plastica.

Ragusaoggi ha chiesto ai sindaci Innocenzo Leontini (Ispica) e Mario Marino (Scicli) un commento sull’argomento. Leontini si è detto sorpreso dell’inserimento del territorio amministrato nella mappa. “Abbiamo fatto di recente i controlli di rito per la nuova stagione balneare e tutti i parametri sono in regola. Pertanto non capisco come e da cosa salti fuori questo dato”, ha dichiarato. Fino al momento in cui scriviamo nessuna dichiarazione di Marino, eletto sindaco nel 2022.

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