Il liberty vittoriese e i suoi palazzi. Iniziativa della pro Loco nel centro storico di Vittoria

Il liberty vittoriese nei suoi palazzi. In edifici di civile abitazione edificata nei primi anni del 1900, fino agli 30.

Essi costituiscono oggi la memoria di un periodo florido della storia vittoriese, testimonianza della vita civile e della crescita economica di quel ceto borghese nato attorno alla florida agricoltura legata alla coltivazione della vite e alla produzione del vino, ma anche frutto di fiorenti attività commerciali e, in alcuni casi, di fortune costruite con anni di lavoro oltreoceano, negli anni delle migrazioni negli Stati uniti, in Venezuela o in Argentina.

La storia di quei palazzi è stata descritta dall’artista e critico vittoriese Alfredo Campo nel volume “Il Liberty a Vittoria”.

Arturo Barbante. “Chiediamo il riconoscimento Unesco”

Per quel liberty, da anni, si chiede il riconoscimento Unesco. “È un obiettivo importante – spiega il professore Arturo Barbante – lo stile liberty ha dato un’impronta a Vittoria e ci lega ad altre città del sud est siciliano, come Ispica, Canicattini Bagni, Palazzolo Acreide”.

Ieri sera, Barbante ha guidato una “passeggiata per le vie del liberty”, organizzata dalla Pro Loco e dal suo presidente, Rosario Giarratana. Ai partecipanti è stata consegnata una brochure illustrativa, realizzata dallo stesso Barbante.

La storia della città nei suoi palazzi: l’opera di progettisti, costruttori, scultori, cementisti, fabbri, ebanisti, decoratori

Il percorso si è snodato da piazza del Popolo fino alla via Cavour lungo la quale si trovano la maggior parte degli edifici del liberty vittoriese. “È arrivato il momento – afferma Barbante – di richiamare alla memoria quei nomi di tecnici, scalpellini, decorativi, artigiani in genere che hanno disegnato il volto della nostra città in questa fase così ricca e particolare. È stato avviato un lavoro di censimento e di attribuzione delle singole case ai rispettivi autori.  Il percorso ha portato il gruppo dei visitatori nella casa Frasca – Gallotta, poi alla casa Sciveres Areddia, caratterizzata da dei giochi architettonici che disegnano delle false trifore. Tra i monumenti più interessanti la casa Battaglia – Iacono – Mangione, con dei magnifici balconi con trifore e dei graziosi terrazzini e una torre che la sormonta nella parte centrale. Ci sono poi casa La Perna, casa Iacono – Spagna, Palazzo mazza, la casa Quattro Canti, la casa Strano – Garrasi , la casa Giudice – Santapà, la casa Di Vita – Lo Monaco – Miccoli, la Casa Trombatore – Lo Monaco – Miccoli, la casa Russo, la Casa Crisafulli, casa Brancato e Cala Lo Monaco, oltre ad alcune case di cui è ignoto il nome del primo proprietario.

Esse sono state realizzate da tecnici e progettisti di chiara fama: gli architetti Sada e Bartolo Morelli, gli ingegneri Battaglia, Di Geronimo, i geometri Mangione, Puglia, Li Rosi, Areddia, Lo Monaco, Giunta, Arcangelo Mazza, Nicosia, Rosario Amarù, l’architetto Fragapane, colui che progettò anche la Villa comunale.

Vi sono poi i nomi dei costruttori, degli scultori delle case, dei cementisti (intorno al 1930 vennero realizzate le prime case in cemento). E poi gli ebanisti, i fabbri, i decoratori di case, molti dei quali formati alla Regia Scuola d’Arte di Comiso ed a quella di Vittoria, che la città ospitò per alcuni anni. I maggiori sono Salvatore Pirrone, Vito Melodia, Santocono, Strazzeri, Floridia, La Malfa, Morgante, Murana. Pregevoli i soffitti decorati realizzati da questi artisti.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it