Hanno un nome gli autori dell’agguato ad imprenditore sciclitano e al figlio. Sono due fratelli pregiudicati

Sono Roberto e Mauro Gesso i presunti autori dell’agguato ai danni del titolare di una casa di riposo di Scicli, C.M. 57 anni, e del figlio C.G. 30 anni, entrambi volti noti alle forze di polizia, che si è registrato sabato poco dopo mezzogiorno in una zona fra il centro abitato della città ed il villaggio Jungi. Su di loro è stato emesso un fermo indiziato di delitto per essere ritenuti i responsabili del reato di duplice omicidio. Sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale carabinieri di Ragusa ed i colleghi del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Modica a sottoporre a fermo i due fratelli sciclitani, Roberto Gesso 50 anni e Mauro Gesso 43 anni entrambi pregiudicati per reati di tipo associativo e di traffico di sostanze stupefacenti. 

E’ stata la rapidità dell’avvio delle indagini e delle ricerche a portare i militari dell’Arma ad individuare ed a fermare i due giovani.

Fin da dopo l’agguato i carabinieri hanno monitorato i movimenti dei due fratelli. Avrebbero lasciato Scicli a bordo di una Fiat Croma nera dandosi alla fuga lasciando l’isola. Avuta la certezza che avevano traghettato oltrepassando lo Stretto per raggiungere l’autostrada Reggio Calabria-Salerno è stato allertato il personale della Polizia stradale presumendo che i due fuggitivi avessero percorso il tratto autostradale che li avrebbe portati lontano dalla Sicilia. Alle 18 di ieri pomeriggio sono stati fermati da una pattuglia della Sottosezione della Polizia Stradale di Sala Consilina, in Campania. I due giovani si trovano ristretti alla casa circondariale di Potenza a disposizione della Procura della Repubblica di Lagonegro in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Durante la ricerca dei due giovani i carabinieri hanno rinvenuto, in una casa a Sampieri frazione di Scicli, un fucile a canne mozze presumibilmente utilizzato per compiere l’agguato ai danni di padre e figlio. Tutte da chiarire le motivazioni che hanno portato all’esecuzione. Non si esclude che possa esserci alla base un regolamento di conti.

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