CORSO SU “RISCHIO EMORRAGICO IN CARDIOLOGIA”

Nei giorni 25 e 26 Giugno p.v., si svolgerà il I corso Nazionale su “Rischio Emorragico in Cardiologia”: direttore ed ideatore del corso il dr. Antonino Nicosia, Responsabile della Cardiologia di Ragusa, in collaborazione con l’Istituto di Cardiologia dell’Università di Catania e  l’Ematologia della Azienda Sanitaria di Ragusa; relatori i più grandi esperti nazionali Cardiologi ed Ematologi sulla problematica dell’utilizzo di farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti.

 

Un  confronto tra   esperti “a viso aperto”, che parte dalla discussione di singoli casi clinici che per la loro peculiarità e complessità non sono semplicemente e facilmente inquadrabili all’interno delle raccomandazioni delle linee guida.

La gestione delle complicanze emorragiche e/o delle sequele ematologiche all’uso di tali farmaci, la necessità di antidoti ai farmaci stessi richiede oggi la competenza specifica dell’ematologo, il cui punto di vista sarà per questo “centrale” dell’ incontro. 

 

Il  dibattito tra esperti di varia estrazione sarà basato non già su sterili campanilismi di settore o scelte “commerciali”, quanto sul “consenso” nel trattamento di patologie “complesse” in pazienti “complessi”. La focalizzazione al rischio “emorragico”, utilizzando anche il punto di vista diverso da quello cardiologico puro, grazie al coinvolgimento degli ematologi ed infine  la centralità di casi clinici reali “complessi”, “complicati” o “controversi” che mediante discussione e televoto garantiranno un elevato livello di inter-attività con l’audience e forniranno spunti tecnici utili nella pratica clinica quotidiana.

 

La sessione di apertura sarà dedicata alla “sostenibilità economica” della terapia farmacologica di nuova generazione in Cardiologia e vedrà la partecipazione del dr. Francesco Maria Bovenzi (past-president dell’Associazione Nazionale di Cardiologia) e del direttore generale, dr. Maurizio Aricò:  «In epoca di limitate risorse in Sanità –  ha detto  dr. Aricò –  è sempre cruciale bilanciare costi e benefici delle terapie farmacologiche ed interventistiche, al fine di aumentare sempre di più l’appropriatezza prescrittiva e garantire l’accesso alle cure per i pazienti veramente bisognosi».

 

Il miglioramento dei risultati ottenuti nella cardiologia clinica e interventistica si è verificato parallelamente all’avvento di farmaci anti-coagulanti e anti-aggreganti, che hanno significativamente ridotto il rischio “ischemico” del paziente con sindrome coronarica acuta o fibrillazione atriale: «il 90% dei pazienti che escono dai reparti di Cardiologia –  afferma il dr. Nicosia – è obbligato ad assumere terapia anti-aggregante (aspirina, ecc.) o anticoagulante per il resto della vita. L’utilizzo di questi farmaci si è, però, associato ad un aumento del rischio emorragico e l’esperienza clinica quotidiana ci mette di fronte alla necessità di bilanciare adeguatamente il rischio ischemico (insito nella malattia) e quello emorragico (causato potenzialmente dalla terapia) per decidere adeguatamente la strategia da adottare in pazienti sempre più anziani e sempre più complessi.»

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it