Comitato per il raddoppio della Ragusa- Catania: “un bluff l’affermazione che sarà totalmente pubblica e a tariffazione calmierata”

Il Comitato per il Raddoppio della Ragusa-Catania definisce un “bluff” l’affermazione che la Ragusa-Catania sarà totalmente pubblica e a tariffazione calmierata.

“All’indomani della manifestazione- scrivono- abbiamo continuato, come sempre, a monitorare la situazione e veramente siamo passati dalla preoccupazione allo sconcerto. Infatti, se in tutti questi anni abbiamo verificato errori, omissioni e ritardi comunque la direzione di marcia era verso la soluzione, ora invece assistiamo ad uno psicodramma che si sta consumando negli uffici e nei palazzi romani,  che ci pone davanti all’ assoluta mancanza di ogni fatto sostanziale che porta verso la definizione della procedura”.

“Non possiamo non notare- scrivono- le procedure irrituali adottate dal Cipe  in questo ultimo periodo  esclusivamente per la Ragusa-Catania:

  • Dopo l’incontro con annuncio facebook del ministro Lezzi di dicembre 2018 del passaggio positivo al CIPE del 17 gennaio (quando si riunisce il Comitato la decisione è già definita e opera una presa d’atto) irritualmente  si rinvia la pratica, nella sostanza, in maniera indeterminata (con la sorpresa dello stesso ministro Lezzi) .  Questo ci ha subito allarmati ed abbiamo visto giusto proclamando la mobilitazione;
  • IL 4 aprile – con motivazioni che sono più affermazioni (anche gravi e di cui ci dovrebbero essere riscontri da verificare sul piano giuridico-amministrativo) – si annuncia il “de profundis” del progetto di finanza, demandando a soluzioni – quale scelta politica – fumose e senza oggettivi riscontri per la riaffermata a parole ‘rilevanza strategica dell’opera’.
  • Il 15 maggio – subito dopo la nostra manifestazione – si convoca, la mattina per la sera la riunione CIPE in maniera frettolosa e non si decide alcunché, tutto, poi, confermato il 20 maggio con relativa conseguenza sul nulla per la Ragusa-Catania”.

“Consideriamo questi fatti gravi- si legge ancora nella nota-  perché sono nella sostanza e ad oggi strumenti di ‘distrazione di massa’; non vi sono fatti concreti in cui si sarebbe dovuto sostanziare l’affermazione (del vertice del MIT e MEF) ‘…in tempi ristretti avviare la procedura per realizzare l’opera a totale carico pubblico’. A seguito dell’iniziativa legale portata avanti dai sindaci per l’accesso agli atti, abbiamo appreso il diniego degli uffici del Cipe (per conoscenza anche alle competenze del Mit e del Mef); nel ricorso fra l’altro c’è la richiesta di avere contezza su tutta una serie di passaggi amministrativi che sono stati puntualmente sostanziati. E’ un fatto gravissimo perché evidenzia che su pratiche di interesse generale e di alta trasparenza e visibilità si nega ad Istituzioni la conoscenza degli atti che invece – se si è in perfetta sintonia con le affermazioni solennemente pronunciate – dovrebbero essere messi a disposizione di tutti, ad iniziare dai comuni. Questo suona una beffa dopo oltre 17 anni di attesa, manifestazioni, tre marce lente, di cui l’ultima di grande rilevanza e di poco più di un mese fa”.

“A nostro giudizio tale comportamento, oltre ad essere irriguardoso nei confronti degli enti territoriali dello Stato che l’hanno promosso- scrivono- è di una gravità politico-amministrativa di grande rilevanza e ci conferma che più di qualcosa non quadra. Noi faremo la nostra parte – la mobilitazione continua – ma chiediamo alla politica di maggioranza e di opposizione di prendere non solo posizione su questo atto –gravissimo-, ma anche di dirci quali iniziative intendono adottare concretamente per emarginare tale comportamento e chiedere con forza, trasparenza e conoscenza degli atti al più presto e, magari, con le scuse di chi lo ha, inopinatamente, deciso”.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it