ARRIVA SGARBI A CHIARAMONTE GULFI

Ieri sera,  presso la sala “ Leonardo Sciascia” di Chiaramonte Gulfi  i cittadini hanno avuto il piacere di accogliere il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Nonostante il suo ritardo per via degli  impegni televisivi la gente lo ha accolto con clamore ed ha ascoltato con interesse il suo intervento fino a tardi. La sua presenza si deve a Giovanni Damigella e alla grande amicizia che lega i due. In passato Sgarbi si è recato  da lui per presentare ai suoi ospiti, i suoi ultimi libri, quest’anno il signor Damigella ha ben pensato di dare la possibilità a più persone di ascoltare le orazioni del critico sull’ opera d’arte. Il professore in questa sede non si è soffermato tanto sul suo ultimo libro, “I volti delle donne nell’arte”, ma sul libro di “Fra Angelico: pittore Teologo del Vangelo” scritto da Padre Giuseppe Damigella anche perché ha curato la prefazione dell’opera. Il beato Angelico, artista del ‘400, era solito rappresentare immagini sacre da Cristo, a Maria, agli angeli ed ai Santi.

Sgarbi sottolinea la differenza stilistica e la scelta nella collocazione dei personaggi nella raffigurazione dell’annunciazione a Maria. Fa notare come questo tema nelle diverse epoche sia stato raffigurato dai pittori in maniera ed epoche diverse. Si sofferma in particolar modo su Angelico invitando i presenti ad osservare gli elementi all’interno dell’opera: la figura dell’angelo, di Maria posti all’interno di un palazzo con colonne, tipica rappresentazione bizantina. Invece, l’artista siciliano Antonello da Messina nella sua annunciazione sceglie di togliere alcuni elementi:  l’angelo che non è rappresentato perché si pensa sia dentro la Madonna che sente la sua voce e lei protegge il suo corpo tenendo chiuso il mantello che fungerà da tempio dove crescere il figlio di Dio.

 La scena non è inserita in un palazzo ma attorno a lei vi è solo un sfondo nero. Inoltre, Sgarbi si sofferma anche sulla rappresentazione dell’Ecce Homo notando come l’Angelico lo rappresenti con questa predominanza del colore  rosso che indica la sofferenza, la violenza che il Cristo patisce per riscattare gli uomini. Proprio da questa immagine partirà Antonello da Messina per realizzare il suo Ecce Homo. Interessante ascoltare il Professore Sgarbi, solitamente abituati a vederlo come quel personaggio burbero, polemico, scontroso pronto a giudicare e a condannare gli errori altrui definendone gli artefici “Capre”, ma a Chiaramonte si è rivelato un uomo simpatico, con la battuta pronta ed ironicamente anziché dire “Capra” ha presentato a tutti la sua “amica Capra” ovvero un pupazzetto a forma di capra che ha posto sul tavolo davanti a lui. 

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