A​ccusate di maltrattamenti alla materna De Amicis di Modica: assolte due insegnanti

Sono passati 8 anni dai fatti contestati, erano state piazzate delle telecamere nella classe e per circa un mese e mezzo, a giugno e settembre del 2015 la Squadra mobile incaricata delle indagini effettuò le riprese con registrazioni audio e video. Nel tardo pomeriggio di ieri, sono state assolte dal giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, Graziella Spadaro, 65 anni e Giuseppina Nicolosi 51 anni, due insegnanti della scuola materna De Amicis di Modica. Erano finite sotto processo per maltrattamenti in concorso – aggravati da abuso di autorità, o violazione di doveri inerenti ad una pubblica funzione – nei confronti di alcuni bambini in una classe di 22 piccoli. La Pubblica accusa aveva chiesto per entrambe la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione. La sentenza di assoluzione è dettata dall’articolo 530 comma 2 che il giudice pronuncia quando “manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato”. 

Processo controverso e spigoloso

Un processo controverso che aveva già fatto emergere fin dalle prime mosse, degli elementi contrastanti. Il Gip aveva respinto la sospensione cautelare dall’insegnamento delle due donne, “difettando i gravi indizi di colpevolezza del reato di maltrattamenti loro contestato”; nelle motivazioni il giudice riteneva che i fatti non fossero “tali da integrare il delitto di maltrattamenti…” spingendosi a motivare la decisione sostenendo che “ non erano emersi dalle indagini elementi tali da far presumere comportamenti violenti, minacciosi o vessatori nei confronti degli alunni né che tali comportamenti abbiano avuto una gravità tale da cagionare sofferenze psichiche e fisiche agli alunni”. Il processo prese le mosse dai sospetti manifestati alle autorità da cinque famiglie che riferivano – come hanno ribadito in aula costituendosi parte civile – di malesseri dei loro bambini, di incubi che raccontavano al risveglio e che coinvolgevano le maestre, del rifiuto di andare a scuola. Un dibattimento spigoloso in cui in aula, oltre ai genitori delle presunte vittime, è stato sentito il personale della scuola che invece non avrebbe offerto elementi di conferma di comportamenti scorretti delle due donne e altri genitori che hanno difeso le maestre. 

Le arringhe difensive

Prima della sentenza, è stata ieri la volta delle difese; le arringhe sono state sostenute dagli avvocati Enzo Trantino e Tiziana Aloisio per Graziella Spadaro e da Enrico Platania per Giuseppina Nicolosi. L’avvocato Trantino, introducendo gli argomenti a difesa ha rammentato la richiesta del pm di una nuova perizia in corso di processo – respinta dal giudice -, segno a suo parere della inconsistenza di elementi concreti di colpevolezza, e ha sottolineato come per le insegnanti ci sia il dovere del rimprovero, quando necessario, per affermare le regole del vivere civile e esercitare con disciplina la loro attività. Poi ha ripercorso gli addebiti contestati alla maestra da lui difesa e le frasi a lei contestate: “basta, ma sei sciocco? Se piangi ancora ti lascio solo”; “non toccare, non toccare!”; “Dormi? La prossima volta stai a casa e lo dici alla mamma”; “ma è stupido questo?”. Il legale no ha ravvisato alcuna condotta aggressiva o intollerante in quanto esposto. Ha citato poi l’episodio del morso. Uno dei bambini aveva morso un compagnetto tanto da lasciargli sulla spalla i segni ben visibili dei dentini. La maestra in quella occasione gli diede una pacca sulla bocca, dicendogli “non lo fare più”, il bimbo le rispose “e io non vengo a scuola” e lei commentò “bene, avremo un cagnolino in meno”. Per Trantino la sua cliente aveva l’obbligo di riprendere il bimbo e di sottolineare il gesto sbagliato. Nessun eccesso, dirà poi l’avvocata Aloisio chiedendo che quell’unico gesto, in caso venga riqualificato in un “abuso di mezzi di correzione o disciplina”, lettura condivisa in sentenza dal giudice e reato prescritto quindi non procedibile. Un quadro probatorio approssimativo e superficiale anche per l’avvocato Platania, difensore della Nicolosi; frasi estrapolate da un contesto che invece, se riportato, avrebbe permesso di apprezzare accanto ai rimproveri, anche le spiegazioni date ai bambini, “assolutamente antitetiche alle presunte ingiurie e offese contestate”. Per il collegio difensivo – le cui arringhe sono state seguite in aula dall’Agi -, nessun uso sistematico della violenza tale da fare prefigurare e maturare il reato di maltrattamenti – visione opposta, quella delle parti offese -, e la richiesta di assoluzione piena per entrambe perché i fatti non sussistono e in subordine la riqualificazione del reato in abuso dei mezzi di correzione. Il giudice ha assolto entrambe per tutti i fatti contestati, ha riqualificato l’episodio dello schiaffo dato dalla maestra Spadaro sulla bocca al bimbo che ne aveva morso un altro, come abuso dei mezzi di correzione, reato improcedibile perché prescritto.

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