A MAZARA DEL VALLO PER AMMIRARE IL SATIRO DANZANTE

 Abbiamo visitato grazie al nostro turista “fantasma” il gioiello di Piazza Armerina, la villa del Casale.

Oggi ci sposteremo nella Sicilia occidentale e più precisamente in provincia di Trapani; il nostro obiettivo è il parco archeologico di Selinunte, ma prima dobbiamo necessariamente passare  da una piccola cittadina di nome Mazara del Vallo, ricordata purtroppo nelle cronache italiane più per tristi eventi che per la sua bellezza.

Questo centro che nel corso dei secoli fu un importante snodo del commercio nel Mediterraneo possiede, all’interno delle sue alte mura volute da Ruggero I Conte di Sicilia, un capolavoro della metallurgia greca: il Satiro danzante, una statua bronzea, prodotto originale dell’arte greca di epoca classica o ellenistica raffigurante un satiro, essere mitologico facente parte del corteo orgiastico del dio greco Dioniso. 

La scoperta di questa straordinaria opera, così come accadde nel 1972 per i bronzi di Riace, ha nel caso l’origine della sua storia. 

Il rinvenimento avvenne infatti  tra il 1997 e il 1998 durante una battuta di pesca del peschereccio “Capitan Ciccio” comandato da Francesco Adragna che ripesca dai fondali del Canale di Sicilia una gamba di una scultura bronzea.

Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998 lo stesso peschereccio riporta a galla, da 500 metri sotto il livello del mare gran parte del resto della scultura, perdendo però nel recupero un braccio.

Il reperto viene consegnato al Museo Civico cittadino e nel settembre 1998 l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma prende in consegna i due frammenti della statua per effettuarvi opportuni interventi di restauro.

Dopo gli interventi di restauro, il Satiro venne esposto alla Camera dei Deputati e successivamente a Tokyo e al Louvre di Parigi.

Fu solo nel luglio del 2003 che tornò a Mazara del Vallo dove prese definitivamente posto in un museo a lui dedicato.

Questo tipo di opera ha un valore  molto superiore alle sculture in marmo di età romana: infatti si tratta di opere originali in quanto realizzate in bronzo, infatti il marmo veniva utilizzato esclusivamente per le copie tipiche del periodo imperiale romano. 

Le emozioni che riesce a suscitare nel visitatore il Satiro danzante, molto probabilmente realizzato dallo scultore Prassitele come narrato da Plinio, sono eccezionali: è un’opera che sembra ancora adesso proseguire nella sua danza dopo 2500 anni in un moto infinito e perfetto. 

Il piccolo museo che ospita l’opera, ricavato nella vecchia chiesetta di Sant’Egidio, è però distante da Palermo e quindi si ripresenta il solito problema del collegamento stradale e ferroviario che costringe molti turisti a rinunciare alla visita di questo splendido capolavoro.

Anche questa, come la famosa Dea di Morgantina è un’opera che non si propone facilmente al pubblico: è quindi il turista a doverla cercare in maniera rocambolesca tra piccoli paesini della Sicilia meno raggiungibile.

Ma se Maometto non va alla montagna sarà la montagna abbastanza determinata ad andare da Maometto?!

Continua…

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