“A CUOR LEGGERO”, IL RUOLO DELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA

Ogni anno in provincia di Ragusa si registrano circa 750 infarti suddivisi tra le due tipologie esistenti: STEMI e NSTEMI, che si differenziano a seconda della presentazione all’elettrocardiogramma in infarto del miocardio con sopralivellamento del tratto ST (o STEMI: ST Elevation Myocardial Infarction) e infarto miocardico senza sopralivellamento del tratto ST (o NSTEMI: Non ST Elevation Myocardial Infarction). Il numero della mortalità per infarto supera quella dei decessi per tumori. Dopo un infarto il paziente è chiamato a modificare il proprio stile di vita. La combinazione di un adeguato monitoraggio ed intervento clinico, un programma di esercizio fisico e di interventi strutturati educazionali e psico-comportamentali rappresentano la forma più efficace di riabilitazione cardiovascolare per favorire stabilità clinica, recupero funzionale e per effettuare un’adeguata prevenzione secondaria. L’obiettivo è di ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari. E’ quanto è emerso stamani nel corso del seminario informativo dal titolo “A cuor leggero” che si è svolto presso l’Ordine dei Medici con l’organizzazione della Clinica del Mediterraneo. Il seminario ha visto alternarsi numerosi esperti che si sono concentrati sul ruolo fondamentale della riabilitazione cardiologica, cioè la riabilitazione dei pazienti con malattia cardiovascolare, definita come la somma degli interventi richiesti per garantire le migliori condizioni fisiche, psicologiche e sociali in modo che i pazienti con cardiopatia post-acuta o cronica possano riprendere o conservare il proprio ruolo nella società. Un progetto, quello della riabilitazione cardiologica, su cui la Clinica del Mediterraneo, struttura convenzionata con il servizio sanitario nazionale, si è particolarmente spesa per cercare di stare accanto al paziente per un più rapido e completo recupero funzionale dell’evento acuto.

“La cardiologia riabilitativa riveste un ruolo sempre più rilevante nel trattamento delle patologie cardiovascolari – spiega il dott. Salvatore Pacini, direttore sanitario della Clinica del Mediterraneo – ruolo che assume ancora più importanza al Sud, e particolarmente in Sicilia, dove il divario, rispetto al Centro ed ancora di più rispetto al Nord, in termini di strutture specializzate e posti letto dedicati è notevolmente ampio. Ed è proprio tale carenza che ha spinto la nostra struttura ad investire in un progetto che risulta essere molto impegnativo e allo stesso tempo carico di responsabilità nei confronti di tutti i pazienti cardiopatici della provincia di Ragusa e delle province limitrofe. Attraverso la formazione di un’unità operativa di cardiologia riabilitativa gestita professionalmente da una equipe di cardiologi, fisiatri, fisioterapisti, nutrizionisti ed infermieri, la Clinica del Mediterraneo ha saputo offrire al cardiopatico la possibilità di un più rapido e completo recupero funzionale dall’evento acuto (sia esso un infarto del miocardio, un intervento di cardiochirurgia, un episodio di scompenso cardiaco), venendosi a configurare come il punto di unione fra ospedale e presa in carico del paziente da parte del medico di medicina generale”.

Il direttore Pacini rivela che solo il 5% dei pazienti che avrebbero bisogno di cure riabilitative ne usufruiscono e, professandosi un grande estimatore del modello lombardo, auspica un sempre maggiore dialogo tra pubblico e privato, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e dei medici di famiglia, che hanno un ruolo centrale per la cura dei pazienti cardiopatici, poiché questi hanno bisogno di una prevenzione efficace e di una riabilitazione costante. L’unità operativa di cardiologia della Clinica del Mediterraneo è affidata al dott. Giuseppe Greco secondo il quale la sola terapia medica non è consigliabile né sufficiente: “La riabilitazione cardiologica riveste un ruolo sempre più importante nella gestione del paziente dopo l’evento acuto proprio perché prende in considerazione il paziente nella sua interezza, considerando anche le patologie associate di cui tali pazienti spesso sono affetti e le conseguenze psicologiche (basti pensare che tra i giovani che hanno avuto un infarto il 60% soffre di depressione). Proprio sulla base di tutto ciò un ciclo di riabilitazione cardiologica porta ad un miglioramento non solo clinico ma anche psicologico che riguarda in toto lo stile di vita e quindi il quadro generale del paziente. La riabilitazione cardiologica viene quindi a configurarsi come un processo dinamico ed omnicomprensivo che coinvolge, oltre al cardiologo, altre figure professionali (fisioterapisti, psicologo, nutrizionista, infermiere, fisiatra) che mettono al centro dell’intervento terapeutico-riabilitativo il paziente.

E’ solo il lavoro in team che porta ai migliori risultati possibili”. Rappresentante di due associazioni di categoria, la S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale) e la F.I.M.M.G. (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), è intervenuto il dott. Giovanni Di Giacomo, che ha fatto sentire la sua vicinanza a questo progetto riabilitativo, specificando come la collaborazione tra pubblico e privato dia la possibilità di formare servizi di alta qualità, che abbatta i costi e le liste d’attesa. Di seguito, a portare i saluti dell’Ordine dei Medici e del suo presidente, è stata la dott.ssa Rosa Giaquinta che ha sottolineato il merito della Clinica del Mediterraneo e parlato di medicina partecipata, dell’importanza dell’alleanza terapeutica con i pazienti, che renda più semplice e chiara la comunicazione e mostri le migliori possibilità per la cura dell’intera persona. Sono poi intervenuti, offrendo il proprio importante contributo, la dott.ssa Simonetta Blengino, responsabile emodinamica dell’Istituto di Auxologico Italiano di Milano, che si è soffermata sul momento acuto dell’infarto, e sui suoi sintomi (a volte poco manifesti), che, se individuati entro due ore dal momento acuto, possono cambiare radicalmente la ripresa di una persona, la dott.ssa Chiara Spatola, psicologa e psicoterapeuta di Milano, che ha indicato come il sostegno psicologico serva a supportare quel cambiamento nello stile di vita, che è fondamentale per questo genere di pazienti. Hanno concluso il dott. Marco Miano, cardiologo e componente dell’equipe dell’unità operativa di cardiologia riabilitativa della Clinica del Mediterraneo, e infine la dott.ssa Adriana Cilio, nutrizionista, che si è soffermata sugli aspetti nutrizionali e sul diario alimentare quale strumento importante per la formazione di una coscienza apposita nel paziente.

Il seminario, che ha visto la partecipazione anche di esperti medici e psicologi, oltre che di persone semplicemente interessate all’argomento, è stato moderato dalla dott.ssa Adriana Bazzi, medico e inviata del Corriere della Sera, firma nota dell’inserto Corriere Salute del quotidiano milanese. Ha sottolineato come, dopo anni di inchieste che si occupano solo degli stati acuti, sia fondamentale approfondire quello che succede dopo un evento importante come l’infarto con dei seminari che allarghino la comunicazione a qualunque fruitore. Inoltre la Bazzi ha sottolineato la sua soddisfazione per la creazione di eccellenze, come nel caso della Clinica del Mediterraneo, che ci sono nel Sud Italia e che possano portare al benessere del sistema sanitario nazionale.

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