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Lo stipendio del portavoce e il silenzio dei deputati iblei che l’hanno votato
29 Mar 2021 20:00
Non accennano a placarsi le polemiche per l’aumento dello stipendio per la portavoce del presidente della Regione, Michela Giuffrida previsto dalla Finanziaria regionale.
“Ai siciliani colpiti dalla crisi economica a causa del Covid sono andati quattro spiccioli”, è il claim più gettonato fra i lettori. E come potergli dare torto?
Con il voto favorevole della maggioranza e con il contributo determinante dei renziani, era stato alzato il tetto del compenso per la giornalista – ex europarlamentare del Partito democratico ed ex direttrice di Antenna Sicilia – a 160mila euro lordi. Uno scandalo, soprattutto in tempi di Pandemia e, soprattutto, considerando lo stato veramente disastroso di quasi tutti i settori dell’economia siciliana.
Naturalmente, fra i votanti, anche i deputati iblei che sostengono Musumeci: l’onorevole Giorgio Assenza e l’onorevole Orazio Ragusa che, evidentemente, vuoi per partito preso, vuoi perché avallano questa scelta, hanno deciso di non far sentire la propria voce e di votare una normativa che scontenta tutti.
Dubitiamo, infatti, che i due onorevoli non siano a conoscenza della grave situazione economica che imperversa anche sulla provincia di Ragusa. Esprimere un voto di dissenso, forse, in questo caso sarebbe stato opportuno e doveroso.
Crediamo, infatti, che è importante prendere posizione quando è veramente necessario e non solo per far ricordare alla gente, ogni tanto, che esistono. Perchè a parte qualche comunicazione di servizio su cosa si fa nella commissione tal dei tali, non è che abbiamo visto molto.
Non stiamo giudicando il lavoro di nessuno, e comprendiamo perfettamente che i lavori non possono essere retribuiti tutti in modo uguale: ma ciò non vuol dire che il compenso non debba essere equo. 7 mila euro circa di stipendio al mese per il portavoce del presidente della Regione siciliana, riteniamo essere in questo momento storico un eccesso, uno sproposito.
Naturalmente, la presidenza della Regione, dopo essere stata costretta alla sospensione durante la seduta al grido di “Vergogna, vergogna”, due giorni dopo invia una nota di precisazione, che qui riportiamo:
“La norma che riguarda la figura del portavoce del presidente della Regione, approvata nei giorni scorsi, ne individua lo status giuridico determinando il superamento della esistente, stabilita con precedente legge regionale che lo equiparava, unica tra le Regioni italiane, a quello del segretario particolare del presidente e degli assessori. È evidente a tutti come le due figure professionali siano distinte, per compiti e responsabilità.
Il nuovo inquadramento giuridico che, è bene sottolinearlo, allinea così il ruolo del portavoce alla normativa della maggior parte delle Regioni italiane, non comporta automaticamente il trattamento economico massimo previsto dalla norma. La retribuzione, infatti, sarà stabilita con deliberazione della Giunta regionale (e quindi ridotta, come già avvenuto per molte altre posizioni apicali). E ancora una volta sarà in linea con quanto previsto dagli Enti di pari livello. Quindi, molto lontano dalla dimensione ipotizzata, in molti casi strumentalmente e in malafede”.
Dunque, lo stipendio sarà ridotto con una deliberazione di giunta. Lo vedremo, siamo qui apposta per capire se si passa dalle parole ai fatti.
I cinque stelle, intanto, hanno deciso di presentare un DDL per riportare lo stipendio del portavoce a cifre più accettabili. Nel frattempo, ci chiediamo: era veramente questa l’urgenza? Fra crisi galoppante, gente che non lavora da più di un anno a seconda del settore, padri di famiglia che hanno perso il lavoro, giovani che spaccano la lira in quattro per sopravvivere con la cassa integrazione, la campagna vaccinale in corso e i numeri del covid che ogni volta ci fanno tremare, una bella polemica (tra l’altro, motivatissima), sullo stipendio del portavoce era proprio quello che ci mancava.
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