Ristoratori di Santa Croce dal Prefetto: “Vogliamo essere risarciti, non ristorati. Basta prese in giro”

Non sarà la solita protesta di piazza: alcuni ristoratori di Santa Croce hanno deciso di passare dalle parole ai fatti e così, stamani, sono stati ricevuti dal Prefetto di Ragusa per discutere delle problematiche della ristorazione iblea causate dalla pandemia. Su tutte, due questioni: il perchè sia stata stabilita la zona rossa e i cosiddetti “ristori” che, per gli addetti del settore, sono una presa in giro.

Raffaele  Flaccavento, Massimo Pirrè, Michela Fumia, in rappresentanza dei Bar, delle pizzerie d’asporto, dei ristoranti e dei pub, hanno deciso di intraprendere un percorso istituzionale per farsi ascoltare. E sono pronti ad andare fino a Roma. Dapprima, hanno coinvolto il sindaco di Santa Croce, Giovanni Barone, il quale si è fatto portavoce con il Prefetto. Il Prefetto li ha accolti e adesso hanno deciso di coinvolgere la deputazione iblea: l’incontro è previsto per giovedì: “La nostra è una battaglia pacifica. Siamo persone che lavoriamo e non vogliamo scendere in piazza con il rischio di infiltrazioni”, ci spiega Raffaele Flaccavento.

I ristoratori si sono posti alcuni quesiti: “Come vengono scritti i decreti? A nostro avviso, non c’è nessuna razionalità e nessuna logica”, ci spiegano e aggiungono: “Non riusciamo a capire se i legislatori sono disattenti o vogliono scatenare una guerra fra poveri”.

Un altro quesito: “Come vengono prese le decisioni dal comitato tecnico scientifico? Nei nostri ristoranti non ci risulta sia mai avvenuto un contagio. Al cliente facevamo compilare un modulo per poterlo rintracciare. Mai nessuno è venuto per chiederci i moduli a causa di un positivo”.

Infine, il quesito più importante, ovvero quello economico: “La parola ristori, è per caso una presa in giro? Noi vogliamo che si usi la parola risarcimento. Non comprendiamo perchè continuiamo a pagare l’IMU e la spazzatura, visto che non ne produciamo e siamo attualmente chiusi. Pur essendo chiusi, continuiamo a pagare la luce e le spese fisse. E la merce che va in scadenza, chi ce la retribuisce? Le tasse nazionali, al momento, sono tutte rinviate. Noi ne chiediamo l’annullamento perchè anche chi resisterà alla pandemia avrà bisogno di una base economica per poter ripartire”.

Il Prefetto si è reso disponibile a fare da portavoce delle richieste dei ristoratori nelle sedi opportune.

Intanto, ai ristoratori di Santa Croce si uniranno giovedì, all’incontro con la deputazione iblea, anche alcuni ristoratori di Acate, Marina di Ragusa e Vittoria.

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