“A LUMERA” CHIUDE CON UN TRIPUDIO DI PRESENZE LA RASSEGNA “TANO RIZZO”

Anche l’ultimo appuntamento si è concluso in un successo. Con l’attesissima messa in scena della commedia brillante “u Contra-l’antidoto” della Compagnia teatrale “A Lumera” di S. Croce Camerina il pubblico domenica sera ha dichiarato il suo amore per il teatro e per la comicità di questa compagnia. Infatti, il teatro di Piazza del Mercato Vecchio traboccava di innumerevoli presenze, così da concludere ancora con il segno positivo la Quinta Edizione della Rassegna Teatrale dedicata a “Tano Rizzo”. 

La compagnia teatrale “A Lumera” di S. Croce Camerina ha regalato al pubblico un grandissimo spettacolo. Salvatore Barone, Pino Giummarra, Cinzia Giummarra, Mara Milazzo, Marianna Rizzo, Alessandra Iurato, Vincenzo Vacante, Guglielmo Statello, Massimo La Rosa, Paolo Vacante, Giuseppe Vacante e Pino Vacante, coadiuvati dal suono e dalle luci di Pierluigi Cardaci e Lorella Mauro, hanno degnamente rappresentato con maestria il lavoro del grande commediografo siciliano Nino Martoglio. Messo in scena la prima volta nel 1918 al Teatro Nazionale di Roma dalla Compagnia “Angelo Musco”, “U contra” è un piccolo capolavoro di drammaturgia teatrale che rimane indelebile nella mente dello spettatore almeno per due motivi. Il primo è di ordine storico e riguarda la fantasiosa idea dei siciliani su come il colera poteva propagarsi (il gruppo dei “baddisti” pensava che il morbo si diffondesse attraverso gli untori, mentre i “culunnisti” ritenevano che il colera venisse importato attraverso il vento di Scirocco). Il secondo motivo lo si individua nel personaggio di Don Procopiu, al quale ci si affeziona subito, sin da quando storpiando le parole nel suo linguaggio “allitterato”, comincia a spiegare alle tante donnette cos’è l’igiene. 

Illustrando con esempi arguti come il microbo “che si trova accuvacciato nell’interstizio della strata” possa essere smosso col solo sbattere delle vesti femminili e attaccarsi per chi, in particolare, non porta le mutande, “nel punto più debole… producendo così malattie”. E se ne potrebbero trovare altri di motivi che rendono ancora oggi godibilissima l’opera di Martoglio. Dalla fame che attanaglia Don Procopiu, alla gigantesca diarrea che lo colpisce, causata da una scorpacciata di fagioli e curata da un mediconzolo con una bottiglietta di laudano (che tutti credono possa trattarsi d’un miracoloso antidoto anticolera, U contra, appunto), agli sproloqui intellettuali dello stesso Don Procopiu con il “baddista” Don Cosimu Binanti, sino ad arrivare ai litigi delle comari del popolare quartiere. Insomma uno spettacolo esilarante che ha attirato tantissimi spettatori. Appuntamento, dunque, al prossimo anno per ricordare ancora la figura di Tano Rizzo con il sorriso. 

 

 

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