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Nel racconto di padre Salvatore Cerruto gli orrori della guerriglia in Congo. Le Diocesi di Noto e Butembo Beni, gemellate nella preghiera. VIDEO
20 Lug 2024 18:43
Diario di una missione ma anche un diario di guerra. Non volevamo leggere tutto quello che ci arriva dagli scritti di Don Salvatore Cerruto, il sacerdote modicano partito lo scorso 16 luglio in missione per il Congo nella Diocesi di Butembo Beni. E’ stato l’unico ad essere stato autorizzato alla partenza che doveva impegnare nella missione in Africa quindici persone, compresa la direttrice del Centro missionario della Diocesi di Noto, Carmela Giurdanella. Padre Giurdanella, arrivato in quella terra, s’è trovato in mezzo ad una vera e sanguinosa guerriglia e la Diocesi netina è in trepidazione per la sorte dei congolesi che hanno imparato ad amare la bontà degli amici italiani.
IL RACCONTO DEI MASSACRI
Ecco il racconto che ha fatto pervenire da Butembo e che lo stesso ha corredato con un video che fotografa gli orrori dei massacri.
“Sono arrivato a Butembo mercoledì sera 17 luglio. Venendo dalla frontiera di Kasindi ai confini con l’Uganda ho incontrato sulla strada diversi contingenti militari congolesi e soprattutto ugandesi, che sono impegnati ufficialmente per contrastare gli attacchi di gruppi armati di ribelli, protagonisti di massacri nei villaggi che provocano il terrore in tutta la popolazione della regione. Sapevo già prima di partire della grave situazione che vive la diocesi di Butembo Beni, gemellata con Noto, in questa parte occidentale del Congo nella provincia del Nord Kivu. Pensavo quindi di dover fornire delle informazioni di prima mano da diffondere quanto meno nella diocesi di Noto per tener viva l’attenzione su quanto accade qui. Ma non pensavo di dovermi impegnare fin dal primo giorno nella redazione di quello che sembra un bollettino di guerra. Infatti, nove persone sono state uccise lunedì 15 luglio nel villaggio di Mabuo, Parrocchia Saint Damien de Mabasele, vicino Beni.
LE PAROLE DI PADRE SALVATORE CERRUTO
I ribelli li hanno attaccati e massacrati mentre erano al lavoro nei campi – racconta Don Salvatore Cerruto – altre persone sono state rapite e non si sa la loro sorte. I ribelli hanno poi incendiato sette case nel villaggio. Mercoledì 17 luglio sono state prese di mira e uccise altre sette persone, quattro uomini e tre donne, mentre erano sulla strada con il carico dei prodotti agricoli da portare al mercato di Beu-Manyama. Altre tre persone sono state uccise nel villaggio di Moliso, e un tassista di moto è stato ucciso sulla strada di Komanda vicino Matsongani. Le due persone che viaggiavano sulla moto con lui sono state ferite. Gli autori di questi massacri sono i ribelli dell’ ADF (Allied Democratic Forces), una formazione jihadista vicina all’Isis, nata in Uganda nel 1995 e radicata nella zona congolese di confine che ricade nella diocesi di Butembo Beni.
È da dire che la presenza di questi gruppi era stata notata dalla popolazione che nei giorni scorsi aveva dato l’allarme. Vien però da chiedersi necessariamente perché le forze armate congolesi e ugandesi abbiano ignorato l’allarme. E infine nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 luglio altre sette vittime sono state registrate nell’attacco che sempre i ribelli dell’ADF hanno sferrato al villaggio di Mayibi, incendiando le case. La giornata di questo venerdì 19 luglio è stata funestata inoltre dalla morte del sacerdote Ghislain Kiamundu. Ieri ero andato a visitarlo mentre mi trovavo alle cliniche universitarie di Butembo dove era stato ricoverato da moribondo.
Si era ristabilito perché i medici del centro cardiologico Pino Staglianò avevano diagnosticato che si trattava di problemi al cuore e avevano dato una adeguata terapia, secondo i pochi mezzi a disposizione. Mi diceva egli stesso ieri che si era salvato proprio grazie al centro cardiologico e sperava di essere dimesso presto, ma stamattina alle 7,30 il suo cuore improvvisamente ha cessato di battere. I funerali saranno celebrati lunedì prossimo. Riposi in pace. Amen. Don Salvatore Cerruto
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