Paola Guccione, figlia di Piero, è venuta dalla Romania dove risiede con la famiglia. Non ha voluto mancare all’appuntamento con l’arte del padre che riesce ad affascinare e rapire l’occhio dell’uomo. Al museo regionale “Francesco Messina – Salvatore Incorpora” di Linguaglossa è visitabile la mostra “Piero Guccione. Dolore e meraviglia”. In tutto sono 26 le opere esposte: undici oli e tecniche miste e 15 pastelli, realizzati dal 1975 al 2008. Tutte provengono da collezioni private. Paola Guccione non è mancata ad un appuntamento di grande spessore culturale che richiama gli estimatori del pittore sciclitano, uno dei maggiori del Novecento italiano.
Di grande interesse le opere del Maestro Guccione appartenenti a privati o all’Archivio dedicato all’artista fin da dopo la sua morte. C’è un pastello su carta che rievoca l’Etna, a “muntagna”. Esso risale al 1995 ed è stato realizzato quando Guccione era nella sua Scicli pensando a quel cocuzzolo innevato visibile nelle mattinate di inverno nitide dalla terra iblea. C’è anche una sezione documentale, a cura dell’archivio Piero Guccione, che presenta una lettera autografa – dattiloscritta e piena di ritocchi e minuziose correzioni – a firma di Gesualdo Bufalino indirizzata all’amico Piero, del quale era profondo estimatore. In una lettera del maggio 1995 lo scrittore di Comiso scrive: “Questo mi pare il senso della tua arte, che unisce insieme la pietà per un mondo offeso dall’uomo e una sete insaziabile d’innocenza”. La mostra è realizzata su progetto della Soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Catania, guidata dall’architetto Donatella Aprile ed è finanziata dall’Assessorato regionale dei beni culturali. La mostra è realizzata in collaborazione con l’archivio Piero Guccione – di cui è presidente la figlia dell’artista, e con il Comune di Linguaglossa. L’allestimento è stato curato da Giuseppe Lo Magno di Artecontemporanea.