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Violentava la compagna e la figlia. I particolari della terribile storia

La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Squadra Volanti – ha arrestato un nigeriano di  39 anni per maltrattamenti in famiglia, ripetute violenze sessuali ai danni della compagna e della figlia minorenne della donna.

La Procura della Repubblica di Ragusa, che ha coordinato le indagini condotte dalla Squadra Mobile iblea, ha ritenuto che sussistessero gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato tanto da chiedere la misura cautelare del collocamento in carcere disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari.

Le indagini sono iniziate quando, la scorsa settimana gli uomini della Squadra Volanti intervenivano in pieno centro storico di Ragusa: una giovane donna stava urlando in strada in modo disperato in cerca di aiuto.

L’intervento immediato della Polizia di Stato permetteva di scongiurare il peggio e di identificare tutti i presenti. La donna riferiva di essere stata picchiata dal suo compagno e che  lui la picchiava ogni volta che era ubriaco. L’uomo tentava di minimizzare.

Nella stessa notte,  tutti  venivano condotti in Questura e la vittima, dopo essere stata medicata in ospedale a seguito delle lesioni riportate, veniva assistita da una delle donne in servizio alla Squadra Mobile.

La poliziotta accoglieva la donna in una sala riservata alle vittime di violenza e, piano piano, riusciva a far denunciare i gravissimi abusi subiti negli ultimi mesi.

I due, entrambi nigeriani, si erano conosciuti in una struttura di accoglienza per richiedenti asilo della Sicilia, dopo essere sbarcati in tempi diversi. Poi tra loro era nata una relazione. La donna era partita dalla Nigeria insieme a due figli, una dodicenne ed un neonato. L’uomo dapprima era gentile e si era offerto di aiutarla, poi la relazione è diventata un incubo. La donna era costretta ad avere rapporti sessuali quotidiani e per più volte al giorno, anche quando c’erano i bambini. Lei si opponeva soprattutto al fatto che il tutto avvenisse in presenza dei minori, pertanto il compagno la violentava in preda ai fumi dell’alcool.

Dopo il centro per richiedenti asilo, i due si trasferivano a Ragusa. Qui l’uomo chiedeva l’elemosina nei pressi dei supermercati e la donna accudiva i figli. Anche a Ragusa la storia non cambiava: l’uomo beveva ogni giorno ed ogni giorno la picchiava e violentava.

Negli uffici della Squadra Mobile di Ragusa, mentre la donna raccontava questa agghiacciante storia, un’altra poliziotta giocava con i suoi figli in una stanza dedicata ai minori realizzata presso la Questura di Ragusa. Ad un certo punto la dodicenne chiedeva di poter riferire anche lei alcune cose sul compagno della madre e scoppiando in lacrime raccontava alla poliziotta che era stata violentata. La piccola ha riferito di aver trovato il coraggio di denunciare quando ha visto che la mamma si era determinata a raccontare tutto alle poliziotte. Immediatamente avvisata una psicologa, veniva ascoltata la piccola nelle forme dell’audizione protetta e la vittima raccontava che in più occasioni era stata violentata dal compagno della madre quando in qualche occasione erano rimasti soli in casa.

Il racconto della piccola era ancora più terribile di quello della madre, entrambe vittime di un uomo che aveva promesso di prendersi cura di loro.

La Squadra Mobile ha redatto un rapporto per il Pubblico Ministero, il quale  ha tempestivamente richiesto una misura cautelare a carico dell’indagato ed altrettanto velocemente il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto che il soggetto venisse condotto in carcere. Dopo neanche 48 ore dalla denuncia, gli uomini della Polizia di Stato hanno ricevuto l’ordine di esecuzione della misura cautelare catturando immediatamente il nigeriano per condurlo in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.