VENERDI’ IL SESTO APPUNTAMENTO DI “ERGASTERION”

“Ergasterion – Fucina di archeologia”, il ciclo di incontri promosso dalla sezione di Ragusa dell’associazione “SiciliAntica”, non si ferma. Nonostante una parziale modifica, rispetto a quanto previsto originariamente in calendario, degli interventi e del tema dell’incontro, condizionato, come sta succedendo un poco ovunque, dal blocco dei tir, venerdì 27 gennaio il sesto appuntamento si terrà regolarmente all’auditorium di San Rocco a Ibla a partire dalle 17,30. Sarà l’occasione per fare intervenire Saverio Scerra, funzionario archeologo della Soprintendenza di Ragusa, che si occuperà delle “Metodologie di approccio allo studio dell’iconografia vascolare siceliota” facendo particolare attenzione alla commercializzazione di queste produzioni nel Mediterraneo in una particolare epoca storica, la seconda metà del IV secolo a.C. Il tema dell’appuntamento di venerdì, che sarà “Miscellanea archeologica”, sarà poi caratterizzato dalla presenza di Damiano Bracchitta.

Della rilettura dei lavori scientifici pubblicati dai fratelli vizzinesi Corrado (1856-1954) e Ippolito Cafici (1857-1947) in un arco di tempo più che cinquantennale parlerà, infatti, l’archeologo, dottorando in Archeologia presso la University of Malta, affrontando una rilettura che offre, ancora oggi, soprattutto in un’ottica di approfondimento storiografico, interessanti spunti per comprendere il ruolo che i diversi modelli interpretativi concepiti tra Ottocento e Novecento hanno assunto nell’elaborazione dell’‘idea’ di preistoria siciliana sopravvissuta fino all’avvento di Luigi Bernabò Brea, chiarendo, altresì, in che misura le intuizioni dei due studiosi siciliani, accanto alle acquisizioni di Orsi, abbiano inciso sull’attuale assetto della ricerca preistorica in Sicilia.

Infine Mario Cottonaro, specializzato in Archeologia classica presso l’Università di Catania e dottorando in Scienze archeologiche e Storiche presso l’Università degli Studi di Messina, illustrerà il progetto inerente l’iconografia e gli elementi produttivi del tipo iconografico della cosiddetta Artemide Sicula, dopo aver effettuato un esame diretto dei reperti fittili, catalogabili nel contesto di uno speciale orizzonte iconografico e custoditi nei musei di tutta la Sicilia. Ne fa parte anche il materiale custodito presso il Museo archeologico di Ragusa, proveniente dai siti di Kamarina e Scornavacche.